Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 12 n. 2

marzo-aprile 2000

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sri Krsna, la Persona Suprema, insieme alla Sua eterna compagna Radha, è la fonte dell'intero mondo materiale e spirituale.

Sri Caitanya Mahaprabhu, la più magnanima incarnazione di Krsna. Egli ha diffuso il canto del mantra Hare Krsna.

I discepoli di Srila Prabhupada diffondono i Santi Nomi di Krsna attraverso la danza e il canto pubblico.



A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: diffondere la Coscienza di Krishna in tutto il mondo.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, Americhe, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha fondato templi, scuole, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questa Terra nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krishna.











La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Visnupriya devi dasi

Per informazione sugli abbonamenti contattare la B.B.T. Italia - Ufficio Abbonamenti  Strada Bonazza, 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)  Tel. (055)8076414 - Fax (055)8076630.

PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRSNA  Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano N° 199 del 13/03/89

Vol. 12 N. 2 - marzo-aprile 2000

Fotolito: Scriba, FI.

Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.

Sped. in Abb. Post. Comma 20/C Legge 662/96 Filiale Firenze










SOMMARIO

ANDARE OLTRE LA
COSCIENZA ANIMALE
Una lezione di Srila Prabhupada

LA LUCE DELLA GITA
di Kalakantha Dasa

SRIMAD BHAGAVATAM
Il migliore tra i Vaisnava

PASSARE DALLE TENEBRE ALLA LUCE
di Jayadvaita Svami

ABHAY CHARAN
di Syamananda Krsna Dasa

COSA SIGNIFICA ESATTAMENTE "VEDICO"
Di Satyaraja Dasa

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Puoi pronunciare Krsna in qualsiasi modo

DIO E' LA VERITA' ASSOLUTA
di Ravindra Svarupa Dasa

CALENDARIO VAISNAVA
Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

FESTA DELLA DOMENICA















ANDARE OLTRE
LA COSCIENZA
ANIMALE

Se ricerchiamo solo la felicità materiale senza
indagare sulla causa delle nostre sofferenze,
siamo forse migliori degli animali?

Tratto da una lezione tenuta a Buffalo, New York, il 23 aprile 1969
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.



rsabha uvaca
nayam deho dehabhajam nrloke
kastan kaman arhate vidbhujam ye
tapo divyam putraka yena sattvam
suddhyed yasmad brahmasaukhyam tv anantam

"Il Signore Rsabhadeva disse ai Suoi figli: Miei cari ragazzi, tra tutti gli esseri che hanno rivestito in questo mondo un corpo materiale, coloro a cui è stata assegnata una forma umana non dovrebbero faticare giorno e notte solo in vista del piacere dei sensi, accessibile anche ai cani e ai maiali che si nutrono di escrementi. Essi dovrebbero invece praticare la penitenza e l'austerità per raggiungere il livello divino del servizio di devozione. Grazie a questa pratica il cuore si purifica e si scopre allora un'esistenza eterna e piena di felicità, che trascende la felicità materiale e dura eternamente." (SrimadBhagavatam 5.5.1)

Rsabhadeva è accettato come un'incarnazione di Dio. Apparve sulla terra molto, molto tempo fa; era il padre del Re Bharata, dal cui nome questo pianeta, nella letteratura vedica, è chiamato Bharatavarsa. Rsabhadeva aveva cento figli, dei quali Bharata, il maggiore, era così tanto intelligente che suo padre gli volle affidare il regno. Prima di ritirarsi, Rsabhadeva dette ai suoi figli alcuni insegnamenti spirituali che sono riportati nello SrimadBhagavatam. Rsabhadeva raccomanda: "Miei cari figli, lo scopo della forma umana non è la gratificazione dei sensi."
Una persona ragionevole, che indaga con serietà, dovrebbe cercare di capire: "Perché sono stato messo nella vita materiale condizionata?"
Rsabhadeva usa la parola dehabhajam: "Di coloro che hanno accettato un corpo materiale." Questo è molto significativo. Secondo la letteratura vedica, il mondo materiale è solo un quarto dell'intera creazione di Dio, mentre i tre quarti costituiscono il mondo spirituale. Puoi trovare questa informazione nella Bhagavad-gita. Il mondo materiale è una frazione dell'intera creazione. Per quanto lontano tu possa guardare nel cielo, vedrai questo universo, ma questo è solo un universo. C'è un numero illimitato di universi raggruppati e quell'insieme è detto mondo materiale.
Al di là di quell'insieme c'è il mondo spirituale. Ciò è detto anche nella Bhagavad-gita: paras tasmat tu bhavo 'nyo 'vyakto 'vyaktat sanatanah. Il Signore dice: "Al di là di questo mondo materiale c'è un'altra natura, che è eterna." Non c'è storia del suo inizio o della sua fine. E' eterna, senza inizio e senza fine.



UNA STORIA
NON TRACCIABILE

La religione vedica è chiamata sanatanadharma, "religione eterna", perché nessuno può indicare quando la religione vedica iniziò. Ogni religione nella nostra esperienza ha una storia. La religione cristiana ha una storia - duemila anni. La religione buddista ha una storia - 2600 anni. La religione mussulmana ha una storia - mille anni, ma se tu segui le tracce della religione vedica non troverai alcuna data d'inizio. Non c'è data. Nessuno storico può indicarla; perciò è chiamata sanatanadharma.
Nella Bhagavad-gita Sri Krsna dice: "C'è un'altra natura, che è eterna." La creazione materiale non è eterna. Noi diciamo: "Dio creò." Ciò significa che Dio esisteva prima della creazione; perciò Dio non è sottoposto alla creazione. Se lo fosse, come potrebbe creare? Egli esisteva prima della creazione, perciò è eterno.
Oltre a un Dio spirituale, eterno, c'è anche una natura o un cielo spirituale dove si trovano innumerevoli pianeti spirituali. Ci sono anche innumerevoli esseri viventi spirituali, alcuni dei quali, non adatti a vivere nel mondo spirituale, sono mandati nel mondo materiale. La stessa idea si trova nel Paradiso perduto di Milton. Noi anime condizionate in realtà viviamo in un luogo dopo "il paradiso perduto"; dovremmo comprendere questo punto.
Qui la specifica istruzione è deha-bhajam, che significa che noi abbiamo accettato volontariamente il corpo materiale. In realtà, essendo anime spirituali, non avremmo dovuto accettare il corpo materiale; ma invece lo abbiamo accettato e non possiamo risalire a quando o perché lo abbiamo fatto.
Ci sono 8.400.000 forme di esseri viventi; 900.000 di specie acquatiche, 2.000.000 di tipi di piante e vegetali e così via. Sfortunatamente questa conoscenza vedica non viene insegnata nelle università, ma le cose stanno così. Se qualcuno desidera indagare, può ricercare perché la conoscenza vedica afferma che vi sono 8.400.000 specie di vita. La teoria di Darwin sull'evoluzione della materia organica occupa un posto preminente nelle istituzioni culturali. Il Padma Purana ed altri autorevoli testi vedici illustrano però le differenti forme dei corpi degli esseri viventi e come essi evolvano da una forma all'altra - c'è tutto. L'evoluzione non è un'idea nuova. Si mette in evidenza solo la teoria darwiniana, ma la letteratura vedica contiene un grandissimo numero di dati sulle condizioni della vita nel mondo materiale.
A parte questo, qui è detto, deha-bhajam: "Coloro che hanno accettato questo corpo materiale." Ciò significa che esistono molti esseri che non hanno accettato il corpo materiale. Nel mondo materiale però non si conoscono esseri viventi che non hanno accettato un corpo materiale. Le persone non sanno che esiste un mondo spirituale. Gli innumerevoli esseri viventi che popolano tutti gli universi del mondo materiale costituiscono solo una frazione della totalità degli esseri viventi.
Coloro che si trovano nel mondo materiale con un corpo materiale, sono condannati. Per esempio, le persone che si trovano in prigione sono state condannate dal governo, ma il loro numero è solo una frazione dell'intera popolazione; non tutti i cittadini di uno stato vanno in prigione. Alcuni criminali che non rispettano le leggi dello stato vengono messi in prigione. Nello stesso modo, le anime condizionate all'interno del mondo materiale sono solo una frazione degli esseri viventi creati da Dio.
Poiché hanno rifiutato di obbedire o di rispettare gli ordini di Krsna o Dio, sono stati messi nel mondo materiale.



UNA RICERCA
INTELLIGENTE

Una persona ragionevole, che indaga con serietà, dovrebbe cercare di capire: "Perché sono stato messo nella vita materiale condizionata?" Questa dovrebbe essere la domanda, che è chiamata brahma-jijnasa. Nel Vedantasutra questa è la prima domanda. Le persone dovrebbero essere educate ad un modo di vivere per cui siano portati a chiedersi: "Perché sono stato messo nella vita condizionata? Non voglio soffrire."
Gli animali soffrono sempre, ma non se ne rendono conto. Recentemente sono stato alle Hawaii e davanti a casa mia c'era un uomo che allevava animali e uccelli per ucciderli. Dicevo ai miei studenti che avremmo dovuto dire a quegli animali: "Oh, miei cari animali, perché state qui? Andatevene, state per essere uccisi." Gli animali però non hanno l'intelligenza di andarsene ed non se ne vanno neanche dai mattatoi.
Soffrire senza conoscenza, senza rimedio, significa una vita da animali. Una persona che non capisce la sua sofferenza, che pensa: "Oh, sto molto bene. Ho una situazione molto buona." Questa è una coscienza da animali. Si dovrebbe essere coscienti delle miserie della propria vita, si dovrebbe sapere che c'è sofferenza nella nascita, c'è sofferenza nella morte, c'è sofferenza nella vecchiaia e c'è sofferenza nella malattia.
Una persona dovrebbe indagare. Questa è la vera ricerca: come evitare la morte, come evitare la nascita. Abbiamo sofferto durante la nascita, abbiamo sofferto come neonati e come bambini. Siamo rimasti nel ventre di nostra madre, racchiusi in uno stretto sacco senza aria per nove mesi, morsi dai vermi, incapaci di muoverci, incapaci di protestare, ma lo abbiamo dimenticato.
Le nostre sofferenze sono là. La madre se ne prende molta cura senza dubbio; eppure il bambino piange. Perché piange? Perché soffre, ma non sa esprimersi. Ci sono degli insetti che lo pinzano o ha male da qualche parte e il bambino piange, piange e la madre non sa come calmarlo.
Così la nostra sofferenza inizia nel ventre di nostra madre. Poi non vogliamo andare a scuola ma siamo costretti ad andarci, non vogliamo studiare ma gli insegnanti ci danno i compiti. Se guardi la tua vita vedrai che è piena di sofferenza, ma noi non ricerchiamo il modo di fermare questa sofferenza. Questa mancanza di ricerca rivela ignoranza. Perciò il Brahmasutra afferma, athato brahma-jijnasa: "Ora dovresti indagare sulle cause della tua sofferenza. C'è qualche rimedio per la sofferenza? Se c'è, devi prenderlo. Devi saper trarre beneficio dal rimedio." Noi però siamo insensibili; non ci curiamo del rimedio e questo non va bene.
Perciò Rsabhadeva dice ai Suoi figli: "Miei cari figli, ora avete questa opportunità. Su 8.400.000 forme di vita, prendete...."
Dimenticate i figli di Rsabhadeva. Parlerò ora ai ragazzi ed alle ragazze americane qui riuniti. Ora avete un corpo molto grazioso, un corpo bellissimo, una terra molto bella. Non vi manca niente. In così tanti modi siete avvantaggiati rispetto ad altre nazioni. Perciò accettate l'insegnamento di Rsabhadeva ai Suoi figli; questi insegnamenti non erano diretti soltanto ai Suoi figli, bensì all'intera razza umana.



IL PIACERE DEI
MAIALI E DEI CANI

Rsabhadeva disse: "Miei cari figli, il corpo umano non è fatto per la gratificazione dei sensi come quello dei gatti, dei cani e dei maiali. Sprecare la nostra vita lavorando duramente per la gratificazione dei sensi è sbagliato." Inserite questo insegnamento anche nella vostra vita. Voi godete di una posizione molto buona, ma secondo l'insegnamento di Rsabhadeva non dovreste sprecare questa vita preziosa solo per la gratificazione dei sensi. Perché? Rsabhadeva ha risposto: "Questa gratificazione dei sensi è
adatta ai maiali che si nutrono di escrementi. Non dovreste imitare i maiali." Vedete! Sono rimasto sorpreso nel sentire da uno dei miei discepoli più autorevoli che alcuni hippies hanno cominciato ad adorare i maiali. La vostra bella vita, la vostra bella cultura, la vostra felice situazione dovrebbero essere usate per uno scopo elevato, non per degradarvi fino al livello di adorare i maiali.
Rsabhadeva dice: "Miei cari figli, la gratificazione dei sensi dopo un giorno e una notte di duro lavoro è propria dei maiali. Questo modo di vivere non ha alcun valore. La forma umana è fatta per uno scopo diverso." Rsabhadeva poi spiega questo scopo: "La forma umana è fatta per l'austerità e la penitenza."
Nei racconti vedici troverete molti, molti famosi imperatori e re che praticarono austerità e penitenza. Dhruva Maharaja, Prahlada Maharaja, Ambarisa Maharaja, Yudhisthira Maharaja - erano tutti re. Erano chiamati rajarsi, che significa che, oltre ad essere i re più opulenti, erano anche grandi saggi.
Rsabhadeva consiglia alle persone che hanno ottenuto la forma umana - favoriti dal benessere economico e dal poter donare tutto con grande facilità - di usare questa opportunità per una vita più elevata praticando l'austerità per realizzare un'esistenza pura.
L'austerità che noi pratichiamo nel movimento per la coscienza di Krsna non è affatto sgradevole, anzi è piacevole. Lo potete chiedere ai nostri studenti che la stanno praticando; essi sono molto felici di praticare questa austerità. Se anche voi la praticherete, la vostra esistenza sarà purificata. La differenza fra una vita animale ed una umana è che quest'ultima è più purificata. L'essere umano ha una coscienza più elevata di quella animale e se voi avanzate nel purificare la vostra esistenza sarete gradualmente elevati al livello spirituale che è completamente puro.
Rsabhadeva consiglia: "Miei cari ragazzi, non sprecate la vostra vita solo per la gratificazione dei sensi, ma accettate volontariamente alcune forme di austerità e penitenza, cosicché la vostra esistenza ne verrà purificata. Voi state cercando la felicità.
Qualunque sia il tipo di felicità che cercate, in questa realtà materiale sarà solo di breve durata. Se invece purificate la vostra esistenza e in un modo o nell'altro riuscite ad ottenere la vostra forma spirituale, allora godrete della più alta felicità." Brahmasaukhyam tv anantam.
Brahman significa "la più elevata" e si riferisce all'esistenza spirituale. C'è una vita Brahman e c'è un piacere Brahman. Nel piacere Brahman c'è anche la danza, ci sono giovani ragazze e giovani ragazzi - tutto. Tutto quello che troviamo nel mondo materiale è un riflesso deformato del mondo spirituale. Perciò se desiderate una felicità senza limiti, una conoscenza illimitata e una vita eterna, non dovreste sprecare questa grande opportunità solo per la gratificazione dei sensi, ma fare in modo di accettare una vita di austerità per elevarvi alla vita spirituale. Allora otterrete felicità senza limite, vita eterna e gioia infinita. Questa è l'essenza e la totalità di contenuto di questo movimento per la coscienza di Krsna.
Abbiamo libri e riviste per spiegare tutti questi punti. Abbiamo la nostra Bhagavad-gita così com'è, gli Insegnamenti del Signore Caitanya, lo SrimadBhagavatam, il Nettare della devozione, Viaggio facile verso altri pianeti. Il movimento per la coscienza di Krsna ha come scopo di dare il tocco finale alla tua posizione attuale. Non giudicatelo in altro modo. Tutti voi siete colti. Vi chiedo di provare a comprendere questo movimento per la coscienza di Krsna prendendolo con grande serietà e sarete felici. Poiché gli abitanti degli altri paesi seguono i vostri passi, se vi impegnate seriamente e correttamente in questo movimento per la coscienza di Krsna, l'intera faccia del mondo cambierà trasformandosi nel mondo spirituale. Ovviamente non ci aspettiamo che tutti accettino questa filosofia, ma se solo l'uno per cento della popolazione mondiale lo farà, il mondo cambierà. La Bhagavad-gita insegna che se alcuni uomini importanti adottano una certa teoria o una qualche filosofia, gli altri seguono.
Qui abbiamo il nostro centro. Chiedo a tutti voi di provare a comprendere il movimento per la coscienza di Krsna e così purificarvi. Il processo di purificazione è semplicissimo. Basta cantare: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Questa è la mia fervida richiesta a tutti voi: vi trovate in una situazione molto favorevole, per favore provate a comprendere questa filosofia. Rendete felice la vostra vita in modo tale che tutti i popoli del mondo potranno essere felici seguendo il vostro esempio. Molte grazie.















La luce della Gita

Un sommario della Bhagavadgita (patte I)

di Kalakantha Dasa

BHAGAVADGITA significa "il canto (gita) di Dio (Bhagavan)." Lettori di tutto il mondo considerano la Bhagavad-gita come il libro più importante della letteratura vedica la grande raccolta di testi sanscriti che includono i Veda o ad essi si riferiscono. La Bhagavad-gita non è altro che un breve capitolo del Mahabharata, un libro così lungo che Guiness lo definisce il più lungo del mondo. Eppure con i suoi soli settecento versi, la Bhagavad-gita raccoglie la saggezza di tutti i Veda.
Per capire la situazione della Bhagavad-gita, considerate questi fatti antecedenti narrati nel Mahabharata. Dhrtarastra e Pandu erano fratelli, principi eredi al trono. Dhrtarastra era nato cieco, per cui il regno fu affidato al più giovane Pandu, che generò cinque figli (conosciuti come i Pandava), fra i quali l'invincibile guerriero Arjuna. Dhrtarastra aveva cento figli, a capo dei quali c'era l'ambizioso e malvagio Duryodhana. Pandu morì e Dhrtarastra accettò il trono come reggente per i giovani Pandava. L'affetto di Dhrtarastra per i suoi figli però gli offuscò il senno inducendolo ad acconsentire ai malvagi tentativi di Duryodhana di uccidere o vincere i Pandava. Questi tentativi fallirono, ma alla fine portarono ad una grande guerra che praticamente coinvolse tutti i maggiori regni della terra. La battaglia fra i cugini ebbe luogo nella pianura di Kuruksetra, a nord dell'odierna Delhi.

Kalakunta Dasa scrive, gestisce un piccolo negozio e dirige la Mayapur Foundation, U.S.A. Lui e sua moglie, ambedue discepoli di Srila Prabhupada, vivono con le loro due figlie a Gainesville in Florida.



CAPITOLO 1:


LA BHAGAVAD-GITA PROSEGUE il racconto con Dhrtarastra che pone domande sulla battaglia al suo segretario Sanjaya. Per un dono speciale del saggio Vyasadeva, Sanjaya poteva vedere dentro di sé tutti i dettagli della battaglia. La sua visione comprende la conversazione, durata alcune ore, di Arjuna con Sri Krsna, il cocchiere di Arjuna, proprio prima dell'inizio della guerra. Come ha potuto Sri Krsna, egli stesso un potente re, assumersi gli umili compiti di un cocchiere? Prima della battaglia, quando le due parti contendenti cercavano alleati, Krsna offrì di mandare il Suo grande esercito a combattere per una parte, mentre personalmente avrebbe servito l'altra parte, ma non in un ruolo di combattente. Duryodhana era felice di avere dalla sua parte gli eserciti di Krsna e Arjuna era ugualmente contento di avere con sé sul carro il suo caro amico Krsna. Sanjaya inizia la narrazione della scena del campo di battaglia mostrando la caratteristica diplomazia e l'orgoglio di Duryodhana. Dopo aver formalmente lodato i propri avversari, Duryodhana proclama ad alta voce la superiorità delle sue forze, i Kuru. Bhisma degno del più grande rispetto - prozio dei Kuru e dei Pandava - guida l'esercito di Duryodhana, ma quando le due parti provocano un fragore minaccioso di tamburi e di lancinanti suoni di conchiglie, è la parte di Duryodhana a sentirsi intimidita. Arjuna è pieno di fiducia con l'emblema dell'eroica scimmia guerriera Hanuman sulla bandiera del suo carro. Egli chiede a Krsna di portarlo fra i due eserciti per poter osservare la parte avversa. Quando Arjuna si rende pienamente conto che la battaglia provocherà la morte di così tanti cari parenti, improvvisamente perde la sua determinazione di combattere. In preda all'emozione, presenta a Krsna molte buone ragioni per giustificare la sua decisione di andarsene dal campo di battaglia.



CAPITOLO 2:


KRSNA RESPINGE SUBITO la decisione di Arjuna di astenersi dal combattere.

Arjuna ammette di essere confuso e chiede istruzioni. Nei versi seguenti di questo capitolo, alcuni fra i più famosi della Bhagavad-gita, Sri Krsna presenta ad Arjuna tre ragioni per cambiare idea: 1. L'anima eterna, distinta dal corpo temporaneo, si rincarna in molte vite. (versi 11-30) 2. Come guerriero, Arjuna ha il dovere di combattere. (31-38) 3. I motivi di Arjuna per non combattere, sebbene abbiano una certa base nelle scritture vediche, tralasciano il più alto scopo dei Veda, specificatamente quello di trascendere le circostanze materiali attraverso lo yoga. (39-53) Dopo la richiesta di Arjuna di chiarimenti sul verso 54, Sri Krsna conclude il capitolo con un'ulteriore spiegazione sullo yoga e la trascendenza. Il concetto di yoga, introdotto in questo capitolo, riappare in tutto il resto della Bhagavad-gita. Yoga è molto di più degli esercizi di hatha-yoga conosciuti in occidente. Yoga, la radice della parola yoke, significa "unirsi" a Dio. In questo capitolo Sri Krsna presenta le basi dello yoga: controllo della mente, controllo dei sensi e ricerca di una felicità più elevata di quella che si può ottenere attraverso la mente e i sensi. Nei capitoli successivi Krsna indica dettagliatamente vari tipi di yoga. In questo capitolo (verso 45) ci vengono presentate le tre influenze della natura materiale. Queste distinzioni qualitative della materia - virtù, passione e ignoranza - costituiscono uno degli insegnamenti più cari di Sri Krsna. Come un pittore mescola il blu, il rosso e il giallo per creare una gamma infinita di colori, così la natura combina virtù, passione e ignoranza per influenzare e creare qualità differenti in ogni persona e in ogni cosa. I capitoli successivi descrivono gli effetti di queste influenze sui vari aspetti della vita compresi il cibo, il lavoro, la cultura e l'adorazione. Attraverso lo yoga una persona si libera dall'influsso di queste influenze. Nei capitoli uno e due troviamo riferimenti al "cielo", che non significa il regno spirituale di Dio ma i pianeti più elevati, abitati da potenti deva o semidei. Poiché i deva godono di una vita lunga e di intensi piaceri, i Veda offrono agli umani che ne sono interessati vari mezzi per raggiungere i loro pianeti celesti. Qui nel Capitolo due, per la prima volta di molte altre nella Bhagavad-gita, Krsna rifiuta una tale adorazione interessata e politeistica come inferiore e materiale.




CAPITOLO 3:


KARMA SI RIFERISCE alla moralità dell'azione ed alla conseguente reazione. Secondo la legge del karma, qualsiasi azione si compia porta una reazione. Il buon karma, per esempio, si manifesta sotto forma di ricchezza, potere e prestigio, mentre il karma negativo può manifestarsi sotto forma di debiti, malattie e vulnerabilità. Poiché l'anima è eterna, come viene spiegato nel secondo capitolo, le reazioni karmiche passano da una vita alla successiva. Il karma intrappola l'anima nelle attività materiali e nell'ignoranza della sua vera identità. All'inizio di questo capitolo Arjuna chiede come sarebbe possibile combattere i propri scopi egoistici ma ancora in unione con Dio e senza dover subire le reazioni karmiche. Krsna invita Arjuna a combattere, ma senza attaccamento. Se Arjuna si limita a starsene seduto rinunciando alla battaglia sarà ancora soggetto al suo karma, ma se invece compie il proprio dovere non per il suo interesse ma per far piacere a Dio allora egli starà praticando il karma-yoga. L'azione compiuta secondo le regole del karma-yoga è libera da ogni reazione peccaminosa anche se questa azione significa combattere nella guerra imminente. Per spiegare ulteriormente il karma-yoga Krsna fa rilevare che Dio ha creato sia gli uomini che i deva. L'uomo si mette in relazione con i deva attraverso i doveri e i sacrifici. Sebbene libero da qualsiasi dovere, Sri Krsna stesso compie i doveri prescritti per dare il buon esempio. Per incoraggiare Arjuna a compiere il proprio dovere, Krsna cita l'esempio dell'antico re Janaka, simbolo del dovere e del sacrificio. Sri Krsna avverte che la trascuratezza del proprio dovere porta al caos. Coloro che conoscono l'anima e il karma generalmente s'impegnano ad istruire gli altri. Krsna invita le persone illuminate ad insegnare quando è possibile, evitando però di disturbare quelli che non mostrano alcun interesse. Nello stesso tempo Krsna pone l'accento sul fatto che il dovere di ognuno è unico. Qualunque sia il proprio dovere, deve essere eseguito senza attaccamento. Alla fine del capitolo, Arjuna chiede che cos'è che spinge l'uomo a commettere azioni peccaminose, che producono karma, anche contro la propria volontà. Sri krsna risponde esponendo dettagliatamente i principi dello yoga relativo al controllo dei sensi, già introdotto nel Capitolo due. In questo capitolo, come in altre parti della Bhagavad-gita, Sri Krsna si riferisce a Dio in terza persona. Questo non contrasta in alcun modo con le numerose affermazioni conclusive sulla sua divinità. Per esempio, se il primo ministro discute i poteri del primo ministro, egli parla di se stesso ma indirettamente. Allo stesso modo Sri Krsna espone ad Arjuna i fondamenti della teologia e, quando Arjuna sarà pronto per la piena comprensione della verità, capirà che il Supremo è Sri Krsna, come vedremo nei capitoli seguenti.



CAPITOLO 4:


Dopo aver sollecitato Arjuna a vincere la lussuria, nemica della conoscenza, Sri Krsna ora rivela come acquisire la conoscenza spirituale, che deve essere ricevuta attraverso la successione disciplica, una catena di guru e discepoli. Sri Krsna inaugurò la successione disciplica all'inizio dell'universo. Sebbene il tempo abbia interrotto la catena, Sri Krsna è impegnato a farla rivivere con istruzioni nuove, ma immutate nel contenuto. Qui per la prima volta nella Bhagavad-gita, Sri Krsna distingue chiaramente Se stesso dalle anime ordinarie dicendo che, mentre Egli ricorda le passate apparizioni, Arjuna le ha dimenticate. A differenza delle anime ordinarie, il karma non impone nascite e morti a Sri Krsna ed Egli appare per propria scelta. Sri Krsna poi, dice che i materialisti non si curano di Lui e adorano semidei, che Egli reciproca con ognuno a seconda del suo abbandono e che, per favorire tutti i tipi di persone, crea le quattro divisioni sociali. Le nostre qualità e le nostre azioni rilevano a quale categoria appartiene ognuno di noi. Sri Krsna dice che, conoscere queste verità su di Lui, porterà Arjuna alla conoscenza spirituale, come è accaduto ai santi del passato. Sri Krsna distingue poi le azioni fatte per la gratificazione dei sensi, che producono karma e quelle trascendentali che non lo producono. I trascendentalisti agiscono per far piacere a Dio, non per la gratificazione dei sensi, e Dio accetta l'offerta delle loro azioni. Il trascendentalista gode così di una vita completamente spiritualizzata sulla terra e poi ritorna nel regno di Dio. Dal verso 25 fino al 33 Sri Krsna descrive i modi in cui i vari yogi avvicinano la Verità Assoluta. Nel verso 34 consiglia Arjuna di trovare un guru esperto che conosca questi percorsi e di cui sia giunto lui stesso alla conclusione. Alla fine del capitolo, Sri Krsna descrive la bellezza e il potere della coscienza trascendentale ed esorta Arjuna a combattere e vincere l'ignoranza.




CAPITOLO 5:


LE AFFERMAZIONI DI KRSNA hanno confuso nuovamente Arjuna. Alla fine del capitolo 4 Sri Krsna difende la conoscenza e la rinuncia e poi di nuovo spinge Arjuna a combattere. Arjuna chiede una chiara indicazione: dovrebbe rinunciare a tutto o combattere in nome di Dio? Krsna risponde che entrambi i metodi sono accettabili, ma agire per Lui è meglio e spiega il karma-yoga ancora più dettagliatamente. Mettendo a confronto le azioni egoistiche di un materialista con quelle di un devoto, Sri Krsna dimostra come l'offerta delle proprie azioni a Dio conduca al controllo dei sensi e alla liberazione del karma. Agire in coscienza di Krsna porta alla conoscenza ed alla felicità nella "città delle nove porte" - il corpo fisico con le sue nove aperture. Situato nella realizzazione, il padrone della città vede all'opera i modi della natura in se stesso e negli altri intorno a lui. Un'anima illuminata, indifferente alle singole posizioni, vede tutti in modo equanime. Una simile persona, sottomettendo i sensi, evita ogni tipo di problema realizzando così una felicità più intensa che gli proviene dall'interno. Questa realizzazione, perfezione del misticismo, porta alla compassione per gli altri ancora soggiogati dai sensi. Riassumendo, Sri Krsna dichiara di essere Lui il proprietario supremo, il beneficiario supremo di tutte le attività e anche il supremo amico di ogni essere vivente. Egli promette la pace a tutti quelli che Lo conoscono in questo modo.




CAPITOLO 6:


IN TUTTA LA Bhagavad-gita Sri Krsna, in risposta alle perplessità di Arjuna, presenta una molteplicità di scelte. In questo capitolo Sri Krsna approfondisce il processo della meditazione e dello yoga mistico che aveva introdotto brevemente alla fine del Capitolo 5. Lo yogi realizzato gode di un profondo equilibrio della mente e di un totale distacco da qualsiasi circostanza esterna. Per raggiungere questo fine, lo yogi mistico deve vivere nella foresta, praticare il celibato, ridurre il cibo e il sonno al minimo indispensabile e meditare costantemente. Mentre medita, lo yogi deve ricondurre ripetutamente la mente incostante all'oggetto della meditazione. Dopo aver ascoltato queste parole, Arjuna obietta che la mente è troppo difficile da controllare e, anche dopo che Sri Krsna l'ha rassicurato, continua a dubitare della sua capacità di riuscirci. Krsna allora spiega che uno yogi ne trae beneficio semplicemente provando. Sri Krsna conclude la sua esposizione di questo difficile sistema yoga dichiarando che chi Lo adora con fede è, in realtà, il migliore di tutti gli yogi.




CAPITOLO 7:


DOPO AVER IDENTIFICATO il migliore tra gli yogi in colui che Lo serve e Lo pensa, Sri Krsna spiega ora come ottenere questo ricordo costante. Durante questa spiegazione, Sri Krsna contrappone la materia allo spirito, il male alla pietà e la pazzia alla saggezza. La materia, energia inferiore di Krsna, consiste di otto elementi base: terra, acqua, aria, fuoco, etere, mente, intelligenza e falso ego. L'etere si riferisce allo spazio. Il falso ego è più dell'orgoglio; è la identificazione dell'anima spirituale col corpo materiale. La materia influisce sull'anima condizionata con i tre modi della sua natura (virtù, passione e ignoranza). Lo spirito, l'energia superiore di Krsna, comprende gli esseri viventi che lottano duramente contro gli elementi ed i modi della natura materiale. Dopo essersi presentato come l'origine sia della materia che dello spirito, Sri Krsna descrive con delle metafore come Lo si può vedere nella materia e poi spiega come uno può percepirlo direttamente con la volontaria sottomissione d'amore. Krsna elenca poi quattro tipi di persone pie che si arrendono a Lui e quattro tipi di persone malvagie che non lo fanno. Tra quelli che si sottomettono Egli esprime uno speciale apprezzamento per coloro che lo fanno per saggezza. Le persone intelligenti, potenziate dalle azioni pie compiute nel passato prendono rifugio in Krsna trascendendo nascita e morte. D'altra parte Krsna dice che gli sciocchi adorano i deva per ottenere vantaggi materiali - usanza diffusa fra coloro che formalmente seguono i Veda. Gli sciocchi inoltre ritengono che Krsna provenga dal Brahman, un'energia impersonale e senza forma. Tali persone non conosceranno mai Krsna perché per loro Egli rimane coperto.



CAPITOLO 8:


IL CAPITOLO INIZIA con alcune domande e risposte che comprendono la maggior parte dei temi fondamentali della Bhagavad-gita. 1) Che cos'è il Brahman? Krsna definisce il Brahman come l'anima immortale. Nella filosofia Vaisnava della devozione a Krsna, l'anima individuale è puro spirito, una in qualità con Krsna. Quantitativamente, comunque, l'anima individuale è immensamente inferiore a Krsna. Una goccia dell'oceano ha le stesse qualità dell'acqua dell'intero oceano, ma una goccia non può sostenere un'imbarcazione. Allo stesso modo l'anima individuale è contemporaneamente una e diversa da Krsna, il Parabrahman o Brahman Supremo. 2) Che cos'è il mondo materiale? Krsna definisce la creazione materiale come la natura fisica sempre mutevole. Per contrasto la natura spirituale o Brahman non è mai soggetta al cambiamento. 3) Che cos'è il sé? Krsna definisce il sé come l'eterna natura dell'anima. Per natura l'anima serve; o serve la creazione materiale e rimane intrappolata o serve la creazione spirituale e va là. L'entità che esegue questa libera scelta è il sé. 4) Che cos'è il karma? Karma è l'interazione dell'anima immutabile con la creazione materiale che cambia continuamente. L'anima crea questa interazione scegliendo di servire la materia e da ciò si originano vari corpi materiali che incapsulano l'anima spirituale. 5) Chi sono i deva? I deva, esseri viventi molto elevati, aiutano nella conduzione della creazione materiale. Sotto la direzione di Sri Krsna, controllano il tempo, i pianeti ed ogni altra cosa incluso il meccanismo del karma. Sono parti costituenti della grande forma universale di Sri Krsna, come Egli rivela ad Arjuna nel Capitolo undicesimo. Sri Krsna descrive la vita di Brahma, il deva più importante e il primo essere vivente dell'universo. All'alba della lunga giornata di Brahma, la moltitudine delle anime individuali entrano nei corpi materiali adatti al loro karma. Nella sua notte, le anime ritornano alla loro condizione non manifestata. Veramente anche Brahma muore. Sri Krsna poi dice che la sua dimora si trova al di sopra di questi dolorosi cicli di nascite e morti, di creazione e distruzione. 6) Chi è il Signore del sacrificio? Il Signore o il beneficiario del sacrificio è Sri Krsna, che dimora nel cuore di ogni essere incarnato come Anima Suprema. 7) Come può un devoto pensare a Sri Krsna al momento della morte? In relazione a tutte le domande che pone Arjuna, Krsna parla molte volte di questo argomento, la destinazione dell'anima. Krsna dice che è lo stato della mente che uno ha al momento della morte a determinare quale tipo di corpo otterrà nella vita successiva. Krsna poi dice ad Arjuna come pensare a Lui così da tornare a Lui al momento della morte. Krsna prosegue illustrando i metodi applicativi dello yoga, che aiuta ad ottenere una migliore destinazione dell'anima. Krsna però assicura ad Arjuna che un devoto che pensa a Lui non deve preoccuparsi dei meccanismi di queste considerazioni. Concludendo, Sri Krsna dichiara che semplicemente essendo un bhakta, o devoto, si possono ottenere i risultati di ogni azione meritevole.



CAPITOLO 9:


PROCEDENDO NELLA BHAGAVAD-GITA, Sri Krsna rivela in un modo più intimo il Suo pensiero ad Arjuna. In questo capitolo, dopo una formale descrizione della Sua relazione con la creazione materiale, Sri Krsna svela la Sua relazione d'amore con i Suoi devoti. Successivamente affermando la Sua divinità, Krsna specifica che Egli crea e pervade ogni cosa pur rimanendo un individuo distinto e separato. Poiché le anime condizionate sono immerse nell'energia materiale, non possono capire Krsna, anche se Lo vedono. Ne risulta che i loro piani falliscono. Al contrario, conoscendo Krsna, le anime liberate ne sono illuminate. Krsna poi elenca alcuni modi per vederlo, come aveva fatto nel capitolo settimo. Nuovamente Egli tratta l'argomento dell'adorazione male indirizzata. Alla ricerca di una felicità materiale senza limite, alcuni seguaci dei Veda adorano i deva e sebbene, con grande sforzo, riescano ad ottenere una felicità celestiale, essi presto rientreranno nel ciclo ordinario di nascite e morti. Krsna alla fine del capitolo spiega dettagliatamente come una piccola anima individuale possa intrattenere una relazione d'amore con Lui. Essendo una persona, Krsna è reso felice da una semplice affettuosa offerta di acqua, frutti o fiori. Egli dichiara di essere imparziale con tutti ma ammette di reciprocare amichevolmente con il Suo devoto alleggerendolo di tutto il suo karma al momento della morte.















Srimad-Bhagavatam

IL GIOIELLO DELLE SCRITTURE VEDICHE

Il migliore
tra i Vaisnava

Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvapayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli. Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



SrimadBhagavatam, Canto 11, Capitolo 2





VERSO 51

(prosegue dal numero precedente)

Si pensa perciò
che una posizione prestigiosa nel sistema del
varnasrama, secondo la nascita e le cosiddette
attività virtuose, sia un requisito essenziale per
ottenere il successo nella vita.
Coloro che hanno preso rifugio nel santo nome
di Krsna, invece, non si vantano mai della loro
nascita nel mondo materiale né si inorgogliscono
per la loro cosiddetta esperienza nel lavoro
materiale. Finché la nostra mentalità è
appesantita dalle designazioni materiali del
sistema varnasrama, sono ben poche le
possibilità di liberarsi dai legami materiali e di
stabilirsi nella posizione di un'anima cara al
Signore. A questo proposito Caitanya
Mahaprabhu dichiarò enfaticamente che non Si
poteva identificare con nessuna designazione del
varnasrama, né quella di grande intellettuale o
sacerdote, né di coraggioso soldato nell'esercito
del Signore, né di brillante uomo d'affari che si
arricchiva per il Signore, né di onesto lavoratore
per il Signore. E neppure Si identificava come un
incrollabile brahmacari, un nobile uomo di
famiglia o un elevato sannyasi. Queste
designazioni riflettono l'orgoglio materiale che
può infiltrarsi nel compimento del servizio
devozionale. Benché il devoto possa compiere i
normali doveri del varnasrama, la sua unica
designazione è gopi-bhartuh pada-kamalayor
dasa-dasanudasah, quella di essere l'eterno
servitore del servitore del servitore del Signore, il
padrone delle gopi, Krsna.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura, quando un devoto comprende che il
metodo del bhakti-yoga è completo in se stesso
e si immerge nell'ascolto e nel canto delle glorie
del Signore, allora Dio, la Persona Suprema, che
è infinitamente misericordioso, eleva questo
devoto di prim'ordine prendendolo
affettuosamente sulle Sue ginocchia. Il Signore
Supremo può essere soddisfatto soltanto dalla
devozione incontaminata, non da qualche
accomodamento pianificato dal corpo
grossolano, composto di cinque elementi
materiali, oppure dal corpo sottile, come risultato
di innumerevoli speculazioni e di falso orgoglio.
In altre parole, Sri Krsna non può mai essere
soddisfatto dal nostro cosiddetto corpo
aristocratico, che è destinato ad essere divorato
dai vermi o dagli avvoltoi. Se ci inorgogliremo a
causa della nostra nascita materiale e delle nostre
cosiddette attività virtuose, in questo caso il
nostro stesso falso orgoglio ci farà sviluppare
gradualmente la mentalità impersonalista
caratterizzata dalla semplice rinuncia ai frutti
dell'azione, oppure la mentalità karmi che è
quella di godere dei frutti dell'azione. Né i karmi
né i jnani dediti alla speculazione sono
consapevoli del fatto che i frutti dell'azione
appartengono in realtà a Krsna. Per concludere,
è necessario abbandonare accuratamente ogni
falso orgoglio e ricordare sempre che siamo
umili servitori di Krsna. Come insegna Caitanya
Mahaprabhu, amanina manadena kirtaniyah
sada harih.



VERSO 52


na yasya svah para iti
vittesv atmani va bhida
sarva-bhuta-samah santah
sa vai bhagavatottamah

na: non c'è; yasya: del quale; svah parah iti:
"mio" e "altrui"; vittesu: a proposito della
proprietà; atmani: sul proprio corpo; va:
oppure; bhida: pensando in termini di dualità;
sarva-bhuta: a tutti gli esseri viventi; samah:
equanime; santah: pacifico; sah: egli; vai: in
verità; bhagavata-uttamah: il migliore tra i
devoti.



TRADUZIONE

Quando un devoto abbandona il concetto
egoistico che ci fa pensare "Questa è la mia
proprietà e quella è la sua," e quando non è
più preoccupato del piacere del proprio
corpo materiale o è indifferente ai disagi
altrui, diventa perfettamente pacifico e
soddisfatto. Si considera soltanto uno tra i
tanti esseri viventi, tutti uguali, e
infinitesimali frammenti di Dio, la Persona
Suprema. Un Vaisnava così soddisfatto ha
raggiunto il più alto livello di servizio
devozionale.



SPIEGAZIONE

Il concetto illustrato con la frase
sarva-bhuta-samah, "considerando tutti gli
esseri viventi in modo equanime", non include il
concetto che si ha di Dio, la Persona Suprema.
A questo proposito, Srila Madhvacarya ha
citato così l'Hari-vamsa:

na kvapi jivam visnutve
samsrtau moksa eva ca

"In nessuna circostanza bisogna considerare
l'essere individuale uguale a
Sri Visnu, né nella vita condizionata né a livello
liberato."I filosofi e gli speculatori impersonalisti
amano immaginare che per quanto nella nostra
attuale illusione noi sembriamo esseri individuali,
al momento della liberazione ci fonderemo tutti in
Dio e saremo Dio. Questi pensatori ottimisti non
riescono a spiegare ragionevolmente in che
modo Dio onnipotente possa arrivare a metterSi
nella posizione imbarazzante di dover entrare in
una palestra di yoga, pagare una quota
settimanale, schiacciarSi il naso e cantare dei
mantra per ritrovare la propria divinità. Come
affermano i Veda, nityo nityanam cetanas
cetananam eko bahunam yo vidadhati kaman.
L'individualità o la pluralità degli esseri viventi
non è un prodotto dell'esistenza materiale. La
parola nityanam, che indica la pluralità degli
esseri eterni, indica chiaramente che gli esseri
viventi sono per l'eternità parti individuali del
Signore, il quale è l'essere individuale definito qui
ekah. Nella Bhagavad-gita (1.21), Arjuna disse
a Krsna, ratham sthapaya me 'cyuta: "Mio
caro Acyuta, Ti prego, porta il mio carro in
mezzo ai due eserciti." Anche questo corpo è
ratha, un veicolo, e quindi la cosa migliore da
farsi è chiedere al Signore infallibile di prenderSi
cura del nostro corpo condizionato e di guidarci
sulla via del ritorno al regno di Dio. Il termine
acyuta significa "l'infallibile", oppure "colui che
non cade mai". Gli esseri umani colti o sani di
mente non sosterranno l'idea sciocca che il
Signore onnipotente e onnisciente sia scivolato e
caduto a causa di maya. Non bastano le belle
teorie per cancellare la nostra eterna relazione di
servizio ai piedi di loto del Signore.
Questo fatto è stabilito dal Signore stesso nel
Varaha Purana:

naivam tvayanumantavyam
jivatmaham iti kvacit
sarvair gunair su-sampannam
daivam mamjnatum arhasi

"Non devi mai pensare che Io sia uno degli esseri
comuni appartenenti alla categoria dei jiva. In
realtà, Io sono la fonte di ogni opulenza e di ogni
buona qualità, perciò devi comprendere che Io
sono il Signore Supremo."
Secondo Srila Jiva Gosvami e Srila Visvanatha
Cakravarti Thakura, questo verso dello
Srimad-Bhagavatam non ci proibisce di usare
un particolare oggetto al servizio del Signore, dal
momento che il devoto è libero di usare qualsiasi
cosa favorevole al servizio di Sri Krsna. Il fatto
di accettare le cose favorevoli per il servizio a
Krsna è chiamato yukta-vairagya. Come
afferma Srila Rupa Gosvami, nirbandhah
krsna-sambandhe: bisogna essere attaccati al
bene di Krsna, non al nostro bene. Se
interpretassimo questo verso per indicare che
non bisogna esercitare controllo su alcun oggetto
materiale, anche se fosse favorevole al servizio a Krsna, cadremmo nell'equivoco chiamato phalgu-vairagya, la rinuncia immatura. Grandi
re come Maharaja Yudhisthira e Maharaja
Pariksit impegnarono la Terra intera, e altri
Vaisnava hanno impegnato l'intero universo al
servizio di Krsna, ma avevano abbandonato
completamente ogni senso di proprietà
personale. Questo è il concetto esposto in
questo verso. Come ci si preoccupa molto di
qualsiasi dolore del corpo, bisogna preoccuparsi
anche di portare le anime condizionate al livello
del servizio devozionale, in modo che tutte le
loro sofferenze possano essere bandite per
sempre. Questo è il vero significato di "non fare
distinzioni" tra un corpo e l'altro.



VERSO 53


tri-bhuvana-vibhava-hetave 'py akuntha-
smrtir ajitatma-suradibhir vimrgyat
na calati bhagavat-padaravindal
lava-nimisardham api yah sa vaisnavagryah

tri-bhuvana: dei tre mondi che compongono
l'universo materiale; vibhava-hetave: per le
opulenze; api: perfino; akuntha-smrtih: il cui
ricordo non è disturbato; ajita-atma: che
considerano il Signore invincibile come la loro
stessa anima; sura-adibhih: dai deva e dagli
altri; vimrgyat: che sono cercati; na calati: non
si allontana; bhagavat: di Dio, la Persona
Suprema; pada-aravindat: dai piedi di loto;
lava: di otto quarantacinquesimi di secondo;
nimisa: di tre volte tanto; ardham: metà; api:
nemmeno; yah: chi; sah: egli; vaisnava-agryah:
il massimo tra i devoti del Signore Visnu.



TRADUZIONE

Anche Brahma e Siva, che sono i più grandi
tra gli esseri celesti, aspirano a raggiungere
i piedi di loto di Dio, la Persona Suprema, e
considerano il Signore la loro stessa vita e
anima. Un puro devoto del Signore non può
mai dimenticare quei piedi di loto in alcuna
circostanza e non lascerà mai il rifugio dei
piedi di loto del Signore per un solo istante
nemmeno
per una frazione di secondo fosse pure in
cambio della benedizione di dominare e di
godere dell'opulenza dell'universo intero. Un
devoto del Signore simile a questo
dev'essere considerato il migliore tra i
Vaisnava.



SPIEGAZIONE

Secondo Srila Sridhara Svami, ci si potrebbe
domandare: "Se fosse possibile ottenere
l'opulenza dell'intero universo lasciando i piedi di
loto del Signore soltanto per mezzo secondo,
che male ci sarebbe ad allontanarsi per un
periodo così insignificante?" La risposta è data
dalle parole akuntha-smrti. E' semplicemente
impossibile per un puro devoto dimenticare i
piedi di loto di Dio, la Persona Suprema, perché
tutto ciò che esiste è in realtà un'espansione del
Signore Supremo. Dal momento che nulla è
separato dal Signore Supremo, il puro devoto
del Signore non riesce a pensare a null'altro che
al Signore. Un puro devoto inoltre non riesce
nemmeno a contemplare l'idea di dominare o
godere dell'opulenza materiale; anche se
ricevesse tutte le opulenze dell'universo, le
offrirebbe immediatamente ai piedi di loto del
Signore, tornando alla sua umile posizione di
servitore di Dio.
Le parole ajitatma-suradibhir vimrgyat sono
molto significative in questo verso. I piedi di loto
del Signore sono così ricchi di opulenze che
perfino i signori di tutte le opulenze materiali,
Brahma e Siva, insieme a tutti gli altri deva, sono
sempre ansiosi di poter intravedere i piedi di loto
del Signore. Il termine vimrgyat indica che gli
esseri celesti, in realtà, non sono in grado di
vedere i piedi di loto del Signore, ma cercano di
riuscirci, come illustra l'esempio del decimo
Canto, dove Brahma offre le sue preghiere a
Visnu, implorandoLo di rimediare ai disordini
della Terra. In un altro passo dello
Srimad-Bhagavatam (11.14.14) si trova un
verso simile:

na paramesthyamna mahendra-dhisnyam
na sarvabhaumam na rasadhipatyam
na yoga-siddhir apunat-bhavam va
mayy arpitatmecchati mad vinanyat

"Il devoto che ha offerto a Me la sua anima non
desidera nulla che sia separato da Me neppure la
posizione dell'essere celeste supremo
nell'universo, Brahma, o quella di Indra, o la
sovranità sulla Terra intera o sui sistemi planetari
inferiori, o le perfezioni dello yoga, e perfino la
liberazione dal ciclo di nascite ripetute."
Secondo Srila Visvanatha Cakravarti Thakura,
la parola ajitatma può essere tradotta anche nel
significato di ajitendriyah, ossia "chi non ha
controllato i sensi". Sebbene gli esseri celesti
debbano essere tutti rispettati come devoti di Sri Visnu, l'assenza di disagi
grossolani sui sistemi planetari superiori tende a
farli cadere vittima del concetto dell'esistenza
basato sul corpo, e talvolta essi si trovano a
dover fronteggiare difficoltà spirituali dovute alle
splendide facilitazioni materiali di cui possono
usufruire. Questi disturbi, tuttavia, non possono
esistere nella mente di un puro devoto del
Signore, come indica in questo verso
l'espressione akuntha-smrti. Secondo Srila
Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, poiché
nessuna della facilitazioni materiali disponibili nei
vari sistemi planetari dell'universo possono
distrarre un puro devoto del Signore, possiamo
comprendere da questo verso che è impossibile
per lui cadere o diventare ostile al servizio del
Signore.



VERSO 54


bhagavata uru-vikramanghri-sakha-
nakha-mani-candrikaya nirasta-tape
hrdi katham upasidatam punah sa
prabhavati candra ivodite 'rka-tapah

bhagavatah: di Dio, la Persona Suprema;
uru-vikrama: che hanno compiuto grandi gesta
eroiche; anghri: dei piedi di loto; sakha: le dita;
nakha: le unghie; mani: che sono come gioielli;
candrikaya: dalla luce della luna; nirasta-tape:
quando il dolore è stato alleviato; hrdi: nel
cuore; katham: in che modo; upasidatam: di
coloro che adorano; punah: di nuovo; sah:
questo dolore; prabhavati: può avere effetto;
candre: quando la luna; iva: proprio come;
udite: sorto; arka: del sole; tapah: il calore
bruciante.



TRADUZIONE

Come può il fuoco della sofferenza
materiale continuare a bruciare il cuore di
coloro che adorano il Signore Supremo? I
piedi di loto del Signore hanno compiuto
innumerevoli gesta eroiche, e le bellissime
unghie delle Sue dita sembrano pietre
preziose. Lo splendore che ne emana
assomiglia alla rinfrescante luce della luna
perché allevia istantaneamente le
sofferenze nel cuore del puro devoto,
proprio come l'apparizione dei rinfrescanti raggi lunari allevia la calura
ardente del sole.



SPIEGAZIONE

Quando la luna sorge, i suoi raggi
disperdono la sofferenza causata dal
terribile calore del sole. Similmente, i
raggi rinfrescanti che emanano dalle
unghie di loto dei piedi di Dio, la
Persona Suprema, disperdono ogni
sofferenza nei puri devoti del Signore.
Secondo i commentatori Vaisnava,
questo verso indica che la lussuria
materiale, che ha il suo più chiaro
esempio nel desiderio sessuale
incontrollato, è esattamente come un
fuoco ardente. Le fiamme di questo
fuoco riducono in cenere la pace e la
felicità dell'anima condizionata, che
vaga perpetuamente nelle 8.400.000
specie di vita, lottando invano per
spegnere questo intollerabile fuoco. I
puri devoti del Signore pongono nel
proprio cuore i Suoi piedi di loto, che
sono rinfrescanti e luminosi come pietre
preziose, e in questo modo ogni
sofferenza e ogni angoscia
dell'esistenza materiale si spegne.
Le parole uru-vikramanghri indicano
che i piedi di loto del Signore sono
eroici. Sri Krsna è famoso per la Sua
incarnazione come Vamana, il
brahmana nano che allungò il Suo
piede meraviglioso fino ai limiti esterni
dell'universo, perforandone il guscio e
portando nell'universo le acque del
sacro Gange. Similmente, quando
stava entrando nella città di Mathura
per sfidare il demoniaco re Kamsa,
trovò la strada sbarrata dal feroce
elefante Kuvalayapida, e Sri Krsna
allora sferrò un calcio all'elefante
uccidendolo ed entrò tranquillamente
attraverso le porte della città. Come le
Scritture vediche insegnano, i piedi di
loto di Sri Krsna sono così sublimi
che l'intera manifestazione materiale
riposa sotto i Suoi piedi di loto:
samasrita ye pada-pallava-plavam
mahat padam punya-yaso murareh
(S.B. 10.14.58).
(Continua nel prossimo numero)















PASSARE DALLE
TENEBRE ALLA LUCE

Commento del primo redattore di Ritorno a Krsna
alla cerimonia in occasione del tredicesimo
compleanno di suo nipote Liam Golightley

di Jayadvaita Svami

Auguri, Liam, in occasione di questa cerimonia di compleanno. Ti invito, Liam, solo per un momento - invito tutti noi, solo per un momento - a riflettere su chi è che compie questo passaggio.
Passiamo in questo mondo alla nascita, passiamo dall'infanzia attraverso la scuola e alla maggiore età, ci sposiamo, passiamo oltre nella vecchiaia e poi, come si dice, passiamo ancora, passiamo via.
Chi è questo _noi"? Chi è questa persona? O, in questa nostra cerimonia, chi è questo Liam?
Qualcuno ci direbbe, Liam, che sei una macchina biologica straordinariamente complessa, fatta di reti intricate di cellule e tessuti, di sangue e ossa, di organi e di neuroni, uno splendido insieme di elementi chimici che lavorano all'unisono mescolandosi - ma niente di più.
Oh, hai anche una mente. Hai pensieri desideri e sentimenti, hai coscienza, che però non sono niente altro che prodotti della macchina. Quello a cui alla fine giungi, Liam, non è tanto un "chi" quanto un "esso". Sei un corpo con un nome - "Liam" - che oggi lascia la prima giovinezza verso la piena maturità sulla strada verso la vecchiaia e infine alla morte. Auguri.
Vorrei però farti pensare, Liam, che coloro che pensano così di te ti mettono fuori strada, perché vedono soltanto ciò che è esteriore e tralasciano quello che interiormente c'è di più profondo. Vedono la macchina ma in qualche modo non riconoscono il conducente.
Vorrei dirti che il vero Liam non é una macchina, né un corpo, né un agglomerato di materia in un viaggio da nessun posto a nessun posto, ma la scintilla della vita, la scintilla della coscienza nel corpo.
Quella scintilla di vita non può essere tagliata, non può essere seccata, non può essere rotta o inaridita o essere portata via dal vento. Non può essere creata e non può essere mai distrutta. E' quella la persona che esiste eternamente - l'eterno spirito, la scintilla della coscienza - che passa da uno stadio della vita ad un altro, da un corpo ad un altro, dal corpo di un bambino a quello di un giovane, a quello di un vecchio e poi in un altro corpo - o alla liberazione da questo ciclo di nascite e morti ripetute - in un continuo viaggio spirituale.
Questo, Liam, non è qualcosa a cui ti chiedo di credere semplicemente perché tuo zio ci crede, o di accettare perché tuo zio l'accetta, ma - poiché entri nell'età virile - ti chiedo di pensarci, di esaminare attentamente, di essere curioso di sapere, di riflettere. Ti invito a meditare se c'è una differenza tra Liam l'organismo e Liam la persona, tra Liam il corpo e Liam l'anima, tra Liam la macchina e Liam lo spirito.
Gli animali non possono pensare a queste cose - non hanno il cervello per questo. Ma un essere umano può - e questo, in definitiva, è il vero compito, la vera opportunità, il vero scopo della vita umana. Ora, che sei all'inizio dell'età virile, t'incoraggio a prendere sul serio questo compito, questo scopo ed a passare non solo da uno stadio biologico al successivo, da un ruolo sociale a un altro, ma - come dice un verso in sanscrito - dall'oscurità alla luce, dalla materia allo spirito, dal temporaneo all'eterno.
Ti auguro tutta la pace e tutto il successo spirituale nella vita. Hare Krsna.















Abhay Charan

LO SCENEGGIATO TELEVISIVO
SULLA VITA DI SRILA PRABHUPADA

di Syamananda Krsna Dasa

Nel 1996, i membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna celebrarono il centenario del fondatore del movimento, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Le celebrazioni ispirarono ovunque i devoti a fare tutto ciò che potevano per diffondere la conoscenza e gli insegnamenti di Srila Prabhupada.
Come molti altri, in quell'occasione, Sua Santità Bhakti Caru Swami sentì un forte desiderio di offrire qualcosa di speciale al suo maestro spirituale.
_Ricordo che guardando un libro sulle più grandi personalità di questo secolo", dice Bhakti Caru Swami, _con mio grande disappunto vidi che il nome di Srila Prabhupada non era menzionato.
Sebbene sia la più importante personalità di questo secolo, pochissime persone gli danno il riconoscimento che merita. La sua Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna è largamente conosciuta, ma difficilmente si conosce la persona che c'è dietro. Sentii che avrei dovuto fare qualcosa per far conoscere Srila Prabhupada al mondo intero.
_Poiché i media audiovisivi oggigiorno sono i più importanti, decisi di fare un film sulla vita e le realizzazioni di Srila Prabhupada. Poi Hema Malini, un'attrice di Bombay, mi dette l'idea di farne uno sceneggiato per la televisione. Ella pensava che era impossibile presentare la vita e le realizzazioni di Srila Prabhupada in un film di due ore; avremmo potuto presentarle molto meglio in uno sceneggiato.
Bhakti Caru Swami voleva fare di più che semplicemente glorificare Srila Prabhupada. Voleva presentarne la vita e le realizzazioni sullo schermo, mostrando così le lotte, i trionfi e le delusioni e raccontando in dettaglio la sua storia.
Lo sceneggiato, basato sulla sua biografia Srila Prabhupadalilamrta scritta da Sua Santità Satsvarupa Dasa Goswami, è intitolato Abhay Charan (nome di nascita di Srila Prabhupada). Originariamente era stato girato e montato per la televisione indiana in episodi di venticinque minuti. Il primo episodio fu trasmesso il 7 settembre 1996, il giorno successivo al Centenario dell'apparizione di Srila Prabhupada. Le puntate furono trasmesse il sabato, seguite da milioni di persone in tutta l'India.



PRABHUPADA
NELL'INDIA BRITANNICA

Lo sceneggiato presenta l'India dominata dall'imperialismo britannico vittoriano in cui crebbe Srila Prabhupada; esso dà un'idea chiara delle persone e degli avvenimenti che parteciparono ai passatempi del puro devoto di Sri Krsna.
Nei primi minuti del primo episodio si vede un netto contrasto fra la cultura britannica e quella indiana nel 1896. Il governatore del Bengala gioca a bridge, mentre Gour Mohan De, padre di Abhay celebra Janmastami (giorno dell'apparizione di Sri Krsna). Il giorno successivo condividiamo la gioia dei genitori di Abhay per la nascita del loro figlio. In una scena bellissima, un astrologo predice che Abhay diffonderà in tutto il mondo la coscienza di Krsna. Fra le scene che mostrano l'educazione da devoto Vaisnava di Abhay, vi sono delle vivide rappresentazioni della cure amorose da parte di suo padre, Gour Mohan, e di sua madre, Rajani, e della tipica vita familiare indiana di cui Abhay godette durante l'infanzia.
Il racconto è anche carico di tensione e di drammaticità, quando Abhay che aveva solo due anni si ammalò di tifo e il medico di famiglia gli prescrisse il brodo di pollo, poiché non c'erano cure per quella malattia a quel tempo. Quel consiglio getta nello sgomento la famiglia di stretta osservanza vegetariana. Si avverte l'angoscia di Gour Mohan che combatte contro la decisione: dovrebbe permettere che ad Abhay venga dato il brodo di pollo?
In un altro drammatico incidente durante la fanciullezza, Abhay si trova faccia a faccia con la violenza e la morte. Scoppiano tumulti violenti fra Hindu e Musulmani, quando gli Inglesi, deliberatamente, causano attriti fra le due comunità. Il giovane Abhay a stento sfugge all'attacco riuscendo a rifugiarsi a casa terrorizzato dalle uccisioni e dagli incendi.



RISVEGLIO DELLA
CULTURA VAISNAVA

Un tema importante durante l'infanzia e la fanciullezza di Abhay è la rinascita della cultura Vaisnava attraverso gli sforzi di Srila Bhaktivinoda Thakura e di suo figlio Bimala Prasad, che più tardi sarebbe diventato Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, maestro spirituale di Srila Prabhupada.
In quel periodo in India molti cosiddetti sadhu dicevano di essere Dio. Uno yogi, Phalgu Baba, aggiunge una dimensione affascinante al racconto. Il governo britannico, timoroso dei seguaci dello yogi, nomina Srila Bhaktivinoda Thakura a trattare con lui. Thakura affronta lo yogi assicurando che lo avrebbe smascherato presentandolo come un semplice mortale. Seduto sotto ad un albero vicino alla grotta dello yogi, Bhaktivinoda legge lo SrimadBhagavatam. La tensione raggiunge il suo apice quando lo yogi minaccia Bhaktivinoda di ucciderlo e gli contrappone tutti i suoi poteri di yogi.
Nel racconto della vita di Abhay vi sono intrecciati molti avvenimenti importanti della vita di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati. In una scena densa d'emozione, Bhaktivinoda manda il giovane Bimala Prasad a prendere l'iniziazione da Gaura Kisora Dasa Babaji. Deciso a seguire le indicazioni di suo padre, Bimala si avvicina al Babaji con profonda umiltà, ma il grande santo si ritiene non qualificato ed è determinato a non accettare discepoli. Tuttavia il Babaji alla fine accetta Bimala Prasad come il suo unico discepolo.



IL SEGUACE DI GANDHI

Mentre prosegue il racconto della vita di Abhay, i suoi studi lo portano a frequentare il prestigioso Scottish Churches College a Calcutta, dove è attratto dal messaggio del carismatico Subhash Chandra Bose, un vivace nazionalista che riunisce gli studenti per opporsi alla dominazione britannica. Abhay e i suoi amici frequentano gli incontri segreti di Bose, ma quando quest'ultimo e i suoi seguaci diventano fautori della violenza, Abhay rifiuta di associarsi e sostiene che lotterà contro gli Inglesi a modo suo quando i tempi saranno maturi. Abhay ritiene che l'invito di Gandhi di boicottare tutto ciò che è britannico è il miglior modo per protestare. Perciò pur superando gli esami, rifiuta il diploma. La vita di Abhay come capofamiglia diventa uno dei temi centrali dopo che Gour Mohan organizza il suo fidanzamento e il suo matrimonio. Ci sono delle scene meravigliose delle loro nozze secondo la tradizione indiana.



INCONTRA IL SUO GURU

Divenuto capofamiglia, Abhay diventa il direttore del laboratorio del dottor Bose a Calcutta. L'azienda farmaceutica prospera sotto l'abile direzione di Abhay. Un giorno viene a trovarlo il suo amico Naren per convincerlo ad incontrare un sadhu. Dapprima Abhay è riluttante, ma alla fine cede all'insistenza del suo amico. Insieme vanno da Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, la santa persona che diverrà il maestro spirituale di Abhay.
Abhay rinuncia alla sua sicura posizione nella ditta del dottor Bose e si sposta ad Allahabad. Vediamo come Abhay lotta per conciliare il suo impiego nella ditta farmaceutica, le sue responsabilità familiari e la sua vita spirituale. Molte scene mostrano lo sviluppo della sua relazione con il suo maestro spirituale, compreso quella in cui lo aiuta nella sua missione, la Gaudiya Math. In una commovente scena vediamo l'iniziazione di Srila Prabhupada nel 1933, quando ricevette il nome di Abhay Caranaravinda Dasa.
Nel raccontare il resto della vita di Prabhupada in India, lo sceneggiato si focalizza su ciò che scrisse e stampò; vediamo così la sua determinazione di superare gli ostacoli per scrivere, stampare e distribuire la rivista Ritorno a Krsna. Vediamo anche come tradusse e stampò i primi volumi dello SrimadBhagavatam, pur dovendo lavorare da solo. Il racconto presenta anche la sua amicizia con Sumati Morarjee con il cui aiuto poté andare in America a bordo dello Jaladuta.



LA PREDICA IN OCCIDENTE

Le puntate presentano i primi anni di Prabhupada in America, compreso il suo soggiorno a Butler in Pennsylvania con Sally e Gopal Agarwal e il suo spostamento a New York, dove dapprima abitò presso il dottor Mishra e poi da solo. Il racconto continua con scene della sua permanenza nell'appartamento nella Bowery e più tardi al 26 della Seconda Avenue. A poco a poco i suoi primi discepoli si raggruppano intorno a lui e vengono iniziati. Ci sono anche delle scene dei primi canti a Tompkins Square Park, delle lezioni serali al 26 della Seconda Avenue e l'inizio del programma della festa della domenica. Lo sceneggiato mostra anche come Srila Prabhupada andò a San Francisco e come vi aprì il tempio. Ci sono anche delle scene sull'apparizione del Signore Jagannatha, sul primo Rathayatra e sulla partecipazione di Prabhupada al Mantra Rock Dance.



IL FILM CONTINUA

Recentemente Bhakti Caru Swami ha portato la sua troupe in Europa per girare le scene della diffusione della missione di Prabhupada. Ritornerà in America per girare le sequenze sulla diffusione della coscienza di Krsna in tutta l'America.



Lo sceneggiato in videocassette

Lo sceneggiato è stato prodotto per la distribuzione in videocassette. Ognuna contiene l'equivalente di quattro episodi televisivi, circa novanta minuti. Originariamente era stato trasmesso in Hindi, ma ora è possibile trovare le videocassette in Inglese, Hindi e Tamil. Si possono trovare versioni con sottotitoli in Tedesco, Francese e Italiano.
Sono state distribuite nove videocassette che abbracciano il periodo in cui Prabhupada ha vissuto in India. Lo sceneggiato completo comprenderà più di venti cassette.
Per ordinare la versione in Inglese con sottotitoli italiani chiamare il numero 055 8076414.















CHE COSA SIGNIFICA ESATTAMENTE _VEDICO"?

La tradizione convalida una definizione più ampia del termine di quella che generalmente ne viene data nel mondo accademico.

di Satyaraja Dasa

Se entri in un qualsiasi tempio Hare Krsna, sicuramente sentirai ripetere i termini Veda e vedico. I devoti fanno riferimento all'"arte vedica", alle "scritture vediche", alla cultura vedica", all'"abbigliamento vedico" - vedico questo e vedico quello. I devoti usano parole riferite ai Veda così spesso come i materialisti usano le parole sesso e soldi. Precisamente che cosa significa vedico? E da dove provengono i Veda?
Il termine Veda può essere riportato alla radice sanscrita vid, che significa _sapere" o "conoscenza"; esso ha attinenza con le parole tedesche _wit" e _wisdom", con la parola _idea" (originariamente widea) dal greco e con la parola _video" dal latino. (Uno che sa, vede la verità; da cui: video.)
Per cui Veda si riferisce a qualsiasi conoscenza duratura. In questo senso tutti i testi sacri sono vedici. Srila Prabhupada scrive: "La parola Veda significa _libro di conoscenza." Ci sono molti libri di conoscenza che variano a seconda del paese, della popolazione, dell'ambiente, ecc... In India i libri di conoscenza a cui si fa riferimento sono i Veda. In occidente sono chiamati Vecchio Testamento e Nuovo Testamento. I Musulmani accettano il Corano. Qual è lo scopo di tutti questi libri di conoscenza? Hanno il fine di portarci a capire la nostra posizione di anime pure."
Queste sono fra le più ampie definizioni di Veda. In un senso più ristretto - quello che è più familiare alla maggior parte degli studiosi - il termine Veda si riferisce alle quattro samhita (libri sacri) compilati in India da Vyasadeva, un'incarnazione di Krsna, apparsa cinquemila anni fa. Questi libri hanno una tradizione orale che risale a molto prima. Infatti i testi stessi dicono che la conoscenza contenuta in essi fu emanata direttamente da Dio. Come afferma la Bhagavad-gita (3.15): "I Veda sono direttamente manifestati dall'infallibile Suprema Personalità di Dio."
Le quattro Samhita ebbero origine come una lunga opera, ma poi Vyasadeva le divise in Rg Veda (il Veda dei suoni sacri), il Sama Veda (il Veda delle melodie), lo Yajur Veda (il Veda dei riti) e l'Atharva Veda (il Veda degli incantesimi). Questi quattro libri hanno i loro corollari, chiamati Brahmana (trattati riguardanti le tecniche dei sacrifici) e Aranyaka (trattati della foresta per rinuncianti che vanno in una regione selvaggia per adempiere i loro voti).
In generale sono anche incluse nel corpus vedico le 108 Upanisad, elaborate spiegazioni filosofiche dei quattro Veda. Le Upanisad, dicono gli stessi antichi testi, furono rivelate ai saggi realizzati e sono pertanto chiamate sruti, o "ciò che è ascoltato". Questo le colloca nella stessa categoria dei quattro veda e dei loro corollari.
Lo SrimadBhagavatam (Bhagavata Purana) è la più elevata fra le opere di Vyasadeva. Uno dei suoi versi dice: "Questo Bhagavata purana risplende come il sole... Coloro che a causa delle dense tenebre dell'ignoranza, in quest'era di Kali, hanno perduto la loro visione spirituale, verranno illuminati da questo Purana."
Ancora nella letteratura vedica vi sono indicazioni - confermate da grandi saggi - che anche altre opere, sebbene non vediche in senso stretto, possono essere incluse all'interno della vasta gamma della tradizionale conoscenza vedica. La Chandogya Upanisad (7.1.4), per esempio, classifica i Purana e le Itihasa, che definirò successivamente, come "il quinto Veda."
E la Brhad-aranyaka Upanisad (2.4.10) ci informa: _Il Rg Veda, lo Yajur Veda, il Sama Veda, l'Atharva Veda ed i racconti come il Mahabharata ed i Purana sono stati emanati tutti dalla Verità Assoluta. Con la stessa facilità con cui uno respira, così queste opere provengono dal Brahman Supremo senza alcun sforzo da parte Sua."
Il grande maestro Vaisnava del tredicesimo secolo Madhvacarya afferma che gran parte della letteratura tradizionale indiana può essere considerata parte dei Veda. Nel suo commentario al Vedantasutra, egli scrive: _Il Rg Veda, lo Yajur Veda, il Sama Veda, l'Atharva Veda, il Mahabharata, il Pancaratra e il Ramayana originale sono considerati tutti letteratura vedica. Anche i testi supplementari Vaisnava - i Purana - sono letteratura vedica.
Gli scritti successivi alle Upanisad ed ai quattro Veda sono noti come smrti (_ciò che è ricordato," opposto alla bruti vedica). Essi includono le Itihasa (epica) e i Purana (racconti). Le Itihasa sono il Mahabharata (110.000 versi) e il Ramayana (50.000+). Ci sono diciotto Purana principali (incluso
Lo Srimad-Bhagavatam), molte Upapurana (Purana minori) e numerosi Purana regionali, alcuni più autorevoli di altri.
Nella letteratura vedica sono compresi anche i Sutra (libri di asserzioni filosofiche concise), i Vedanga (scienze ausiliarie connesse allo studio dei Veda) e le Upaveda (scienze non direttamente connesse con lo studio dei Veda). I Sutra comprendono gli Srauta-sutra, il Grhasutra, il Kalpa-sutra, il Dharmasutra, il Sulva-sutra ed il più importante, il Vedantasutra. I sei Vedanga sono Siksa (fonetica),
Chanda (metrica), Vyakarana (grammatica), Nirukta (etimologia), Jyotisa (astronomia) e Kalpa (ritualità). Fra le Upaveda ci sono l'Ayurveda (medicina olistica), il Gandharvaveda (musica e danza), il Dhanurveda (guerra) e lo Sthapatyaveda (architettura).
La tradizione sostiene che qualsiasi letteratura conforme alla versione vedica è importante quanto i Veda stessi. Questo tipo di letteratura comprende libri come Haribhaktisudhodaya, Harivamsa, Brahmayamala e centinaia di altri. Infine possiamo aggiungere molti scritti di acarya realizzati (maestri nella successione disciplica) come la Sri Caitanyacaritamrita di Krsnadasa Kaviraja Gosvami ed i molti libri dei sei Gosvami, i più autorevoli discepoli del Signore Caitanya.



IL RE DEI LIBRI

Poiché questi altri scritti mettono in evidenza l'essenza del Veda originale, in un certo senso essi sono più importanti del Veda originale stesso. Si prenda per esempio lo Srimad-Bhagavatam. Secondo la tradizione, questa grandiosa rivelazione fu in origine data da Dio a Brahma, il primo essere creato, all'alba della creazione. Brahma trasferì l'essenza della conoscenza a Narada e questi la passò a Vyasa, che, come precedentemente riportato, prese l'eterna saggezza dei Veda e la divise in quattro parti distinte.
Quello che però non ho riferito è che successivamente Vyasa riassunse la conoscenza vedica in un'immensa opera dal linguaggio conciso nota come Vedantasutra. Dopo aver fatto questo però fu preso dallo sconforto; avvertiva che nel compilare la letteratura vedica aveva trascurato di mettere veramente a fuoco la Verità Assoluta. Il suo maestro spirituale, Narada, gli confermò questo sospetto dicendogli che aveva davvero trascurato il punto centrale della realtà e che solo descrivendo esattamente il nome, la fama, la forma ed i passatempi di Krsna, la Suprema Personalità di Dio, si sarebbe sentito soddisfatto. Seguendo il consiglio del suo guru, Vyasa compilò lo Srimad-Bhagavatam i cui versi lo delineano come "il re dei libri," "il Purana senza macchia" ed "il frutto maturo dell'albero della conoscenza vedica." Esso è anche ritenuto il naturale commentario del Vedantasutra.
Per molti seguaci della tradizione vedica, i testi "tardi" o "non vedici" sono più vedici degli stessi Veda. Jiva Gosvami, che i seguaci del Signore Caitanya considerano il più importante fra tutti i filosofi vedici, sottolinea questo punto nel suo Tattvasandarbha (17.4) in cui egli cita lo Skanda Purana (Prabhasakhanda 2.93): "O brahmana, colui che conosce perfettamente i quattro Veda, i sei Vedanga e le Upanisad, ma non ha studiato anche le Itihasa ed i Purana non è veramente esperto nella conoscenza vedica." Perché? Perché, secondo Jiva, i Purana e le Itihasa sono superiori ai Veda: "La superiorità dei Purana e delle Itihasa è affermata nel seguente passo del Narada Purana dove si cita il Signore Siva che afferma: "O bella Parvati, considero i Purana e le Itihasa superiori ai Veda, perché ogni verità presente nei Veda è anche contenuta in queste antiche opere. Su questo non c'è dubbio." (16.11) Ovviamente, la tradizione Vaisnava ritiene tutta la letteratura vedica supplementare indispensabile per lo studio dei Veda.



LA PIU' VASTA

La letteratura vedica comprende la più vasta tradizione scritta conosciuta. Essa contiene informazioni su tutto, dalla medicina e dall'agricoltura alla scansione del tempo sui pianeti superiori e su quelli inferiori, dalle tecniche dello yoga e della meditazione ai suggerimenti per la gestione della casa ed alle ricette per gustosi piatti vegetariani, dalle spiegazioni dettagliate sull'organizzazione del governo a magistrali direttive sul modo di costruire e decorare un tempio o una residenza. I versi in ognuno delle migliaia di testi vedici seguono rigorose regole di arte poetica e di metrica. I Veda contengono drammi, racconti, complessa filosofia come anche semplici lezioni di etichetta. Protocollo militare, l'uso di strumenti musicali, biografie di grandi santi e saggi del passato - questi sono solo alcuni degli argomenti che si possono trovare nei Veda. Non c'è da meravigliarsi dunque se i devoti Hare Krsna usano i termini Veda e vedico come fossero parole che stanno andando fuori moda. Ricorrendo alla vasta eredità vedica, i devoti, oggi collegati principalmente con l'India, evocano una cultura così avanzata e sofisticata che è ancora stimata da studiosi, politici, religiosi, swami, yogi e da chiunque privatamente si rivolge ai suoi accurati insegnamenti. In India tutt'oggi si trovano persone che in un dibattito sostengono le loro idee - religiose o politiche - citando testimonianze vediche. I devoti della ISKCON citano la testimonianza vedica in questo modo e in molti altri ancora. Perché no? Essi si rifanno ad una tradizione che per migliaia di anni ha costituito il fondamento per bilioni di esseri umani che volevano progredire sia sul piano materiale che su quello spirituale.

Satyaraja Dasa è un discepolo di Srila Prabhupada e collabora con regolarità a Ritorno a Krsna. Ha scritto diversi libri sulla coscienza di Krsna. Abita con sua moglie a New York.







DIVISIONI DELLA LETTERATURA VEDICA

SRUTI (scritture rivelate o "ciò che è ascoltato")

I. Le quattro Veda Samhita: Rg, Sama, Yajur e Atharva

II. Brahmana

III. Aranyaka

IV. Upanisad (più di 108 libri)



SMRTI (tradizione o "ciò che è ricordato")

I. Le Itihasa
Epica, come il Ramayana e il Mahabharata, che comprende la Bhagavad-gita

II. I Purana (racconti)
a. I diciotto Mahapurana ("I grandi Purana")
I sei Purana satvici (per persone in virtù)
Bhagavata Purana (SrimadBhagavatam),
Visnu Purana, Naradiya Purana, Garuda Purana,
Padma Purana e Varaha Purana
I sei Purana rajasici (per le persone in passione)
Matsya Purana, Kurma Purana, Linga Purana,
Siva Purana, Skanda Purana ed Agni Purana
I sei Purana tamasici (per le persone in ignoranza)
Brahma Purana, Brahmanda Purana,
Brahmavaivarta Purana, Markandeya Purana,
Bhavisya Purana e Vamana Purana
b. I diciotto Upapurana (minori)
c. Numerosi Sthala Purana (regionali)

III. I Sutra (codici)
Srautasutra, Grhasutra, Kalpasutra,
Dharmasutra, Sulvasutra, Vedantasutra

IV. I Vedanga (scienze ausiliarie)
Siksa, Chanda, Vyakarana, Nirukta, Jyotisa, Kalpa

V. Gli Upaveda (scienze indirettamente collegate allo studio vedico)
Ayurveda, Gandharvaveda, Dhanurveda, Sthapatyaveda

VI. Scritti e commenti dei grandi acarya attraverso la storia















Srila Prabhupada parla chiaro

"PUOI PRONUNCIARE KRSNA IN QUALSIASI MODO"

Continua il colloquio tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ed il poeta Allen Ginsberg, che avvenne il 12 maggio 1969 a Columbus, Ohio.

Allen Ginsberg: Vostra Divina Grazia, la mia domanda iniziale era se il complesso rituale e la lingua sanscrita stanno trattenendo le persone dall'accettare quello che tu stai donando.
Srila Prabhupada: No, no, stiamo traducendo e presentando tutto in lingua inglese. Tutti i nostri libri vengono pubblicati in inglese e la nostra rivista è in inglese.
Allen Ginsberg: La domanda però è: il tipo di vita che tu stai proponendo può essere accettato da molte, molte, molte persone?
Srila Prabhupada: In risposta a questo dico che la cultura di Krsna non è qualcosa che molte, molte persone possano accettare immediatamente.
Allen Ginsberg: Sì, ma molte, molte persone hanno sete di una risposta alternativa, di un sistema alternativo migliore.
Srila Prabhupada: Sì. Allora se le persone hanno veramente sete - se hanno davvero sete - possono adottare questo sistema dato dal Signore Supremo. Quale difficoltà c'è? Non c'è difficoltà. Molti ragazzi e ragazze americani lo hanno già adottato e non stanno incontrando alcuna difficoltà. Essi stanno provando sollievo. Dov'è la difficoltà di cantare Hare Krsna? Tu lo canti.
Allen Ginsberg: Sì.
Srila Prabhupada: E' scritto in sanscrito. Quale difficoltà stai trovando?
Allen Ginsberg: Non trovo grande difficoltà, se non sotto il profilo estetico ove vedo qualche difficoltà. Sì, c'è e secondo me consiste nel fatto che ci dovrebbe essere qualche parte speciale della lingua americana per questo tipo di comunicazione.
Srila Prabhupada: Per questo noi chiediamo il vostro aiuto.
Allen Ginsberg: Bene, non sono stato capace di trovare un altro modo e così continuo a cantare Hare Krsna.
Srila Prabhupada: Questo è anche il mio punto di vista. Sono venuto in America con questa visione, che l'America si trova al vertice dello sviluppo della civiltà materialista - non ci sono persone dall'aspetto miserabile, vedi? - e tuttavia si è ancora alla ricerca di qualcosa. Perciò sono venuto con questa offerta: "Accettatela e sarete felici."
Questa è la mia missione. E se gli Americani s'impegnano con serietà in questa coscienza di Krsna, allora anche le altre nazioni lo faranno, perché attualmente l'America è il paese leader. Perciò le persone importanti come te dovrebbero cercare di comprendere. Qual è la difficoltà? Non c'è difficoltà. Cantare Hare Krsna - tutti possono cantare. Anche un bambino piccolo può cantare. Bene. Tu mi stavi chiedendo, come può questo modo di vivere attrarre molte persone?
Allen Ginsberg: Bene, il semplice cantare senza la pratica di una filosofia...
Srila Prabhupada: C'è la filosofia. Noi insegniamo la Bhagavad-gita e parliamo della filosofia bhagavata.
Noi stiamo diffondendo la filosofia
del Signore Sri Krsna Caitanya.
Allen Ginsberg: Ma avete una ritualità giornaliera. Perciò questa è la mia domanda: la ritualità CaitanyaKrsna come voi la praticate in questa casa e negli altri
ashram - è qualcosa a cui una
grande massa di persone può
prendere parte?
Srila Prabhupada: Col tempo sì, perché no?
Allen Ginsberg: In America?
Srila Prabhupada: Sì. Questo lo abbiamo già visto. In pratica tutti i miei studenti
sono americani e la
coscienza di Krsna
sta diffondendosi.
Allen Ginsberg:
Sì, ma questo
impone di adattarsi al modo di vestire indiano...
Srila Prabhupada: Questo non è molto importante.
Allen Ginsberg: E bisogna adattarci al cibo indiano.
Srila Prabhupada: No, no. Cibo indiano - non è cibo indiano. Non mangi la frutta?
Allen Ginsberg: Sì, sì.
Srila Prabhupada: Allora questo è cibo indiano? Vuoi dire che è cibo indiano?
Allen Ginsberg: Allora, i piatti con vegetali conditi col curry.
Srila Prabhupada: I vegetali, se vuoi, li puoi semplicemente cuocere a vapore. Non è importante. Non importa che tu mangi secondo i nostri gusti. No. Questo non è richiesto, che per diventare cosciente di Krsna tu debba cambiare il tuo gusto. No. Noi diciamo quello che Krsna dice nella Bhagavad-gita. Patram puspam phalam toyam yo me bhaktya prayacchati: "Se qualcuno mi offre con devozione questi vegetali, frutti, fiori, latte - Io accetterò la sua offerta." Così noi vogliamo soddisfare Krsna e pertanto scegliamo i nostri alimenti tra questi. E questi alimenti li stai già accettando. Non mangi i vegetali? Non mangi la frutta? Non mangi i cereali? Allora dov'è la novità? Quindi, per tutto ciò che riguarda il cucinare, lo puoi fare secondo i tuoi gusti, ma gli alimenti devono essere quelli. Niente carne, infatti Krsna non dice: "Offritemi della carne."
Questo, in poche parole, è il nostro programma. Voi state già mangiando cereali, vegetali e frutta e bevendo latte. Allora dov'è la differenza? Io non ne vedo alcuna.
Allen Ginsberg: Ma, suppongo di no. Tu potresti dire che non c'è differenza perché fondamentalmente il cibo è lo stesso dal punto di vista materiale. E' proprio una questione di stile.
Srila Prabhupada: Sì il mio stile ed il tuo possono essere diversi. E' vero. In ogni caso per mantenerti in salute e tenere insieme anima e corpo, tu devi mangiare, dormire, accoppiarti e difenderti. Noi non diciamo che tu non debba fare queste cose. Arjuna voleva non essere violento e non impegnarsi nel difendersi: "A che serve combattere," Krsna disse: "No, è necessario. Tu devi." Difendersi fa parte di questa cultura di Krsna. Allora dov'è la differenza? Non c'è differenza. Noi stiamo semplicemente facendo in modo che tu possa diventare davvero felice. Ogni persona intelligente accetterà questo tipo di cultura. Non proibiamo le cose, ma piuttosto le adeguiamo. Perciò non vi sono difficoltà. Le persone intelligenti come te dovrebbero sforzarsi di comprendere ed accettare questa idea per diffonderla, perché è questo che il tuo paese vuole.
Allen Ginsberg: Ma io credo che ci sia un limite a quanto potrà diffondersi la pronuncia del nome di Krsna. C'è un limite.
Srila Prabhupada: Nessun limite. Si può pronunciare il nome di Krsna in qualsiasi modo. Per esempio Krishna. Puoi pronunciare il nome di Krsna in un modo qualsiasi. Niyamitoh smarane na kalah. Nessuna regola difficile o rigida, nessun limite.
Allen Ginsberg: Il limite è nel preconcetto delle persone.
Srila Prabhupada: Noi non diciamo, "Perché canti Krsna in questo modo?" Non lo diciamo mai. Semplicemente diciamo, "Per favore provate a cantare Krsna."
Allen Ginsberg: Oppure potremmo dire che ci sarà un limite fin quando la parola Krsna non diventi così comune come qualsiasi altra parola inglese.
Srila Prabhupada: C'è già nel dizionario. Puoi trovare Krsna in ogni dizionario. Cosa vuoi di più?
Allen Ginsberg: Qualcosa che non disturbi gli autisti di camion.
Srila Prabhupada: Loro possono dire Cristo, possono dire Krsna. E' lo stesso.
Allen Ginsberg: Giusto, ma loro non dicono Cristo (risate).
Srila Prabhupada: Ho letto un libro intitolato Acquarian Gospel, dov'è spiegato che Krist significa amore. Cristo significa amore ed anche Krsna significa amore. Perciò da Krsna è venuta questa parola Krist. Ed in India a volte le persone dicono Kristha, invece di Krsna dicono Kristha. In molte regioni si è diffusa la parola Kestha. In generale, invece di pronunciare correttamente Krsna, se qualcuno si chiama Krsnacandra, lo chiamano, "O Kesthara."
Allen Ginsberg: Dove succede questo?
Srila Prabhupada: Ovunque in India. Kestha. Pertanto Kestha, Cristo, Krist, Kristha o Krsna fanno parte dello stesso gruppo. Pronunciare Krsna non è difficile.















DIO e la VERITA'
ASSOLUTA

Leggendo i libri di Prabhupada, uno studente universitario in teologia si rende conto di aver trovato qualcosa di molto prezioso.

di Ravindra Svarupa Dasa

Quello che segue è il riassunto di una lezione tenuta l'anno scorso presso il primo centro ISKCON - al numero 26, Second Avenue a New York.
(Riassunta da Nandi Mukhi Devi Dasi.)



Stasera desidero parlare di alcune frasi dell'introduzione allo SrimadBhagavatam di Srila Prabhupada. Prima però voglio spiegare perché queste frasi sono importanti per me. La prima volta che incontrai i devoti frequentavo il terzo anno di Università in
discipline religiose presso
l'Università di Temple. Non
seguivo il corso delle religioni
comparate o un altro qualsiasi
poco impegnativo come quello;
il mio campo era la teologia e la
filosofia delle religioni. Ero uno
snob.
Al campus m'imbattei nei devoti
che stavano saltando su e giù, con
una certa energia, e cantavano accompagnandosi con mrdanga e karatalas. La prima cosa che pensai
fu: Non riuscirete mai a vedermi
fare così. Andò a finire che un
amico mi trascinò al tempio.
Non mi aspettavo molto da un
punto di vista intellettuale. Poi
lessi la Isopanisad e questo libro stampato rozzamente e scritto in un inglese semplice causò in me
una rivoluzione intellettuale. Mi resi conto di trovarmi in presenza di una teologia di prim'ordine e più leggevo più la coscienza di Krsna e la sua teologia mi apparivano altamente qualificate, mentre tutto ciò con cui ero venuto a contatto fino allora era roba da dilettanti.
Mi piacque quando Prabhupada definì Krsna la Suprema Personalità di Dio, perché alla parola Dio associavo molti pregiudizi.
Una delle prime cose che lessi fu l'Introduzione allo SrimadBhagavatam di Srila Prabhupada. Nella prima frase Prabhupada fa una distinzione ed io non ne avevo mai trovata una così chiara su questo punto, in nessun libro che avevo letto fino ad allora, che i concetti di Dio e di Verità Assoluta non sono esattamente allo stesso livello. L'oggetto dello Srimad-Bhagavatam è la Verità Assoluta. "Dio" designa il controllore supremo, mentre "Verità Assoluta" indica il summum bonum, la sorgente ultima di tutte le energie. Non possono sussistere opinioni contrastanti sulla natura personale di Dio come controllore supremo, perché un controllore non può essere impersonale...
Secondo la Bhagavad-gita, ogni essere che possiede qualche particolare potere di natura straordinaria è un vibhutimatsattva, cioè un essere che il Signore ha dotato di poteri. Esistono numerosi vibhutimatsattva, controllori o dèi, ciascuno dotato di poteri specifici, ma la Verità Assoluta è una senza secondi. Lo Srimad-Bhagavatam designa questa Verità Assoluta, o summum bonum, col termine paramsatyam.
Di che cosa parla Srila Prabhupada quando dice che il concetto di Dio e il concetto della Verità Assoluta non sono sullo stesso livello? Capii subito che non si riferiva agli esseri indicati da queste idee ma alle idee stesse. In filosofia si fa una distinzione fra la connotazione di un termine e la sua denotazione. Prendete il termine "stella del mattino" e " stella della sera"; ambedue denotano la stessa cosa, il pianeta Venere, ma la connotazione, il significato è differente.
Srila Prabhupada dice che Dio e la Verità Assoluta hanno connotazioni differenti e lo chiarisce quando dice che ci sono molti diversi controllori o dei. In altre parole, Srila Prabhupada pensa alla parola sanscrita Isvara, che significa "controllore". In linea di principio ci possono essere molti Isvara o dei. Il concetto di Dio non ha lo stesso significato del concetto della Verità Assoluta. Ci possono essere molti controllori o dèi, ma la sorgente fondamentale di tutte le energie è la Verità Assoluta.
Qui Prabhupada si riferisce alla definizione di Brahman (la Verità Assoluta) data nel Vedantasutra, che afferma che il Brahman è ciò da cui tutto proviene, che tutto mantiene e che poi tutto riassorbe, la sorgente ultima di tutte le energie. Vi sono molti controllori o Dèi dotati di poteri molto specifici, ma la Verità Assoluta è una sola senza secondi.



PERSONE DA UNA PERSONA

Nel secondo paragrafo Srila Prabhupada dice che la Verità Assoluta è la
Persona Suprema. Srila Prabhupada
sviluppa così il ragionamento. La
Verità Assoluta è la sorgente ultima di
tutte le energie e le vibhutimat sattva,
o persone potenziate dal Signore sono le energie della Verità Assoluta; ne consegue che la Verità Assoluta, che ha dato origine a persone, deve anch'essa essere una persona. Se controllore significa una persona, allora anche il controllore dei controllori deve essere una persona.
Mi piacque quando Srila Prabhupada definì Krsna come la Suprema Personalità di Dio, perché alla parola Dio associavo molti pregiudizi, ma subito compresi che "Suprema Personalità di Dio" è una dizione molto esatta. "Dio" è tradizionalmente un termine per la Verità Assoluta e Srila Prabhupada dice "Personalità di Dio" per significare che la Verità Assoluta si configura come una persona.
Sebbene l'idea di Dio e quella di Verità Assoluta differiscano fra loro, ne deriva che la Verità Assoluta comprende quell'aspetto personale che associamo con il termine Isvara. In questo modo, Prabhupada in questi due primi paragrafi respinge anche
l'impersonalismo. Egli afferma che i molti controllori sono isvara, ma che ne esiste uno paramesvara; la Verità Assoluta è la Suprema Persona.
Srila Prabhupada ha saputo riunire tutta questa conoscenza in due paragrafi. Quando cominciai a capire quanta conoscenza c'era, rimasi stupefatto che qualcuno potesse con poche frasi rappresentare concetti così ampi.



SOLA IN UNA CATEGORIA

Che cosa significa dire che Krsna è la Verità Assoluta, la sorgente originaria di tutte le energie? Questa idea è presentata nelle Upanisad e Srila Prabhupada spesso cita un verso in particolare. Nityo nityanam cetanas cetananam eko bahunam yo vidadhati kaman: c'è un solo essere eterno (nityah), cosciente (cetana), fra molti esseri eterni e coscienti; quello è colui che provvede alle necessità di tutti. In altre parole l'Uno è indipendente e gli altri sono dipendenti.
Riflettiamo su questo significato. Noi siamo nityanam, le molte anime coscienti, ma fra i molti nityanam c'è un solo nityah. Questa è la Verità Assoluta che da Sola costituisce una categoria. Se mettiamo insieme questa riflessione con quello che leggiamo nell'Introduzione, l'unico nityah è la sorgente originaria di tutte le energie e tutti i nityanam sono nella categoria dell'energia e sono dipendenti. Per sostentarci abbiamo bisogno di provviste - tanti chilogrammi di cibo, tanti metri cubi d'aria, tanti litri d'acqua. Da dove provengono queste provviste? I Veda dicono che ci sono dei controllori nell'universo, i deva, a cui è affidato lo specifico compito di gestire le provviste. Srila Prabhupada dice che come una città ha un'azienda per l'acqua, un'azienda per il gas ed un'azienda per l'energia elettrica, così l'universo è organizzato nella stessa maniera.
Anche nel mondo materiale, se hai bisogno di generi di drogheria vai alla drogheria. Quando gli scaffali della drogheria sono vuoti, che cosa fanno i gestori del negozio? Vanno dal grossista. Tutti devono andare a rifornirsi per ricostituire le scorte. Lo stesso fanno i deva. Rimangono sprovvisti.
Così rifacciamo il percorso all'indietro. Secondo i Veda alla fine si arriva ad un unico essere, Krsna, la Verità Assoluta, che dà e dà e dà. Dove va Egli a rifornirsi? Non ci va. Egli non rimane mai sprovvisto perché Lui è la Verità Assoluta e la Sua natura è descritta come om purnam adah purnam idam. L'Invocazione della Isopanisad descrive un essere che è purnam, perfetto e completo. Egli è così perfettamente completo che se Gli togli purnam è ancora purnam. Come dice Srila Prabhupada, la matematica della Verità Assoluta è 11=1. Krsna può dare tutto ed Egli lo possiede ancora; Egli non ne è diminuito.



TUTTO CIO' CHE C'E'

Krsna è la Suprema Personalità di Dio. Egli è la Verità Assoluta e la Verità Assoluta è una senza secondi, ma c'è un altro significato di essere uno senza secondi, essere tutto ciò che c'è.
Il teologo Paul Tillich diceva che Dio non può essere l'Essere Supremo fra tutti gli esseri perché ciò Lo limiterebbe ad essere uno fra molti. Perciò, egli disse, Dio è l'Essere stesso. Il suo ragionamento è questo: Io sono una persona. "Persona" significa Io sono limitato, Io ho una definizione. Qui Io finisco e il mondo comincia. Perciò, se Dio è una cosa fra molte cose, come può essere infinito? Per risolvere questo dilemma i teologi dicono che Dio è l'Essere stesso, ma questo è un falso dilemma.
Riflettiamo un momento su questo ragionamento. Poiché Dio è grande, Dio può essere solo una nuvola di gas? Finché si definisce Dio come infinito ed illimitato, Egli non ha nome, non ha una forma, non ha qualità, non ha attività. In effetti Egli è un grosso zero, non è nulla, ma con la N maiuscola. C'è qualcosa di sbagliato in questo ragionamento. Ciò che Srila Prabhupada c'insegna è che Dio è veramente illimitato - simultaneamente dotato di forma e senza forma, simultaneamente l'Essere Supremo fra tutti gli esseri e l'Essere stesso.
Ora c'è la Verità Assoluta e non un'idea strampalata di un gas luminescente! E tutto questo è ciò di cui parliamo quando trattiamo della Verità Assoluta.

Ravindra Svarupa Dasa, membro della commissione dell'ente governativo dell'ISKCON per alcuni Stati degli U.S.A, vive nel tempio di Filadelfia dove entrò nell'ISKCON nel 1971. Si è laureato in filosofia delle religioni all'Università di Temple.















ALLA MEMORIA

SRILA BHAKTI PRAMOD PURI MAHARAJA

Srila Bhakti Pramod Puri Maharaja è scomparso a Jagannatha Puri il 22 dello scorso novembre. Puri Maharaja era il discepolo più anziano vivente di Srila Bhaktisiddanta Sarasvati Thakura, il maestro spirituale di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Nato nel 1898 nel Bengala dell'est (ora Bangladesh), da giovane conobbe gli insegnamenti di Srila Bhaktivinoda Thakura (padre di Bhaktisiddanta Sarasvati) e si dedicò alla coscienza di Krsna seguendo le istruzioni di Sri Caitanya Mahaprabhu. Nel 1915 incontrò Srila Bhaktisiddanta Sarasvati e nel 1923 fu da lui iniziato con il nome di Pranavananda Brahmacari.
Laureatosi, Pranavananda Brahmacari lavorò alla Commissione del porto a Calcutta mentre viveva nell'ashram del tempio del suo maestro spirituale sulla Ultadanga Junction Road. Nel 1925 lasciò il lavoro per dedicarsi alla missione del suo maestro spirituale. L'anno dopo, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati lo nominò coredattore del quotidiano cosciente di Krsna Nadiya Prakash. Quattro anni dopo divenne redattore della rivista Gaudiya. Riconoscendo il suo talento letterario e la sua conoscenza delle scritture, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati gli conferì il titolo di Pratna Vidyalankara ("insignito per la conoscenza della tradizione"). Pranavananda Brahmacari fu editore di molti testi pubblicati dal suo maestro spirituale, fra cui lo SrimadBhagavatam, la Sri Caitanya Bhagavata, la Sri Brahmasamhita e la Sri Caitanyacaritamrta. Questo servizio gli permise di associarsi strettamente e con regolarità, per numerosi anni, con Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati. Pranavananda Brahmacari era noto per la sua diligenza nel prendere appunti e negli anni successivi scrisse molti articoli usando gli appunti che aveva preso durante le lezioni del suo maestro spirituale. Dal 1941 al 1947 Pranavananda Brahmacari diffuse la coscienza di Krsna nel Bengala e in altre parti dell'India. Nel 1947 accettò il sannyasa, l'ordine della rinuncia, ricevendo il nome di Bhakti Pramod Puri Goswami.
La famiglia reale del Burdwan (Bengala) nel 1954 donò il tempio di Ananta Vasudeva (una forma di Krsna), situato a Kalna, a Puri Maharaja che vi istallò le sue divinità, RadhaGopinatha, accanto a quella di Ananta Vasudeva. Puri Maharaja era molto noto fra i suoi confratelli per la sua dedizione ed esperienza nell'adorazione delle divinità e per questo sarebbe stato chiamato ad installare le divinità nei templi dei suoi confratelli.
Puri Maharaja prese con serietà l'istruzione del suo maestro Bhaktisiddhanta Sarasvati di "non smettere mai di servire con la penna." Per la maggior parte della sua vita scrisse, fu editore e pubblicò letteratura cosciente di Krsna. I suoi discepoli hanno pubblicato più di dodici dei suoi libri (scritti in Bengali), due dei quali sono stati tradotti in inglese.
Puri Maharaja aprì templi a Mayapur Calcutta, Medinipur (Bengala) e a Puri. A Vrndavana gli fu affidato un antico tempio di Dauji (il Signore Balarama). La sua istituzione è nota come Sri Gopinath Gaudiya Math di cui recentemente sono state aperte delle sedi in Olanda, Costarica e Stati Uniti.
Puri Maharaja visitò Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada poco prima che egli lasciasse il corpo nel 1977. Quando Prabhupada chiese a Puri Maharaja di cantare, egli, per fargli piacere, cantò Jaya Radhe, Jaya Krsna, Jaya Vrndavana. Puri Maharaja apprezzava molto il servizio di Srila Prabhupada, una volta disse: "La sua predica in occidente è semplicemente meravigliosa." Quando vide una foto delle divinità nel tempio ISKCON di Los Angeles, preso dall'emozione, disse: "Come deve essere felice Srila Prabhupada (Bhaktisiddhanta Sarasvati)!"
Nel 1998 il re dell'Orissa partecipò al Vyasa Puja (celebrazione dell'anniversario della nascita) di Puri Maharaja festeggiando il compimento dei suoi cento anni. Sri Atal Bihari Vajpayee, primo ministro dell'India inviò una lettera di lodi ed auguri. Srila Puri Maharaja ha dedicato la sua vita al servizio di Krsna. E' spirato nella sacra terra di Jagannatha Puri, circondato da devoti che cantavano i sacri nomi del Signore. Il suo corpo purificato è stato posto nel samadhi (sepolto) a Sridham Mayapur.















Calendario Vaisnava

Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

Anno 2000 - Gaurabda 514

Mese di Visnu

dal 20 Marzo al 18 Aprile

1 Aprile. Sabato: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:16 alle 10:18. Scomparsa di Sri Govinda Ghosh.
9 Aprile. Domenica: Apparizione di Sri Ramanujacarya.
12 Aprile. Mercoledì: Rama Navami, apparizione di Sri Ramacandra. Digiuno fino al tramonto.
14 Aprile. Venerdì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
15 Aprile. Sabato: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:12 alle 10:14.
18 Aprile. Martedì: Sri Balarama Rasayatra, Sri Krsna Vasanta Rasa, apparizione di Sri Syamananda Prabhu.



Mese di Madhusudana
Dal 19 Aprile al 18 Maggio.

25 Aprile. Martedì: Scomparsa di Sri Abhirama Thakura.
29 Aprile. Sabato: Scomparsa di Sri Vrndavana Dasa Thakura.
30 Aprile. Domenica: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
1 Maggio. Lunedì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:09 alle 10:11.
3 Maggio. Mercoledì: Apparizione di Sri Gadadhara Pandita.
12 Maggio. Venerdì: Apparizione di Srimati Sita Devi
(moglie di Sri Rama), scomparsa di Sri Madhu Pandita, Apparizione di Srimati Jahnava Devi.
14 Maggio. Domenica: Ekadasi, digiuno di legumi e
di cereali.
15 Maggio. Lunedì: Dvadasi, si interrompe il digiuno
dalle 06:08 alle 10:10. Scomparsa di Sri Jayananda Prabhu.
17 Maggio. Mercoledì: Nrsimha Caturdasi, apparizione di Sri Nrsimhadeva. Digiuno fino al tramonto.
18 Maggio. Giovedì: Apparizione di Sri Sri Radha
Ramana Devaji, apparizione di Sri Madhavendra
Puri. Apparizione di Sri Srinivasa Acarya.



Mese di Trivikrama
dal 19 Maggio al 16 Giugno

23 Maggio. Martedì: scomparsa di Sri Ramananda Raya.
29 Maggio. Lunedì: Ekadasi, digiuno di legumi e di cereali.
30 Maggio. Martedì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:09 alle 10:11. Apparizione di Sri Vrndavana Dasa Thakura.















Festa della Domenica

Tutte le domeniche dell'anno, dalle prime ore del pomeriggio, siete invitati ad una splendida festa!

La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.

Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.

Inoltre potrete gradire le succulente specialità vegetariane che vi saranno offerte durante il banchetto della serata.



Tempi principali:

Bergamo - Villaggio Hare Krishna,
(da Medolago strada per Terno d'Isola)
24040  Chignolo d'Isola (BG)
Tel. 035/4940706

Firenze - Villa Vrndavana,
via Scopeti, 108  50026  San Casciano in Val di Pesa (FI)
Tel. 055/820054

Vicenza - Prabhupada Desh,
via Roma, 9 - 36020 Albettone (VI)  Tel. 0444/790573



Centri Culturali:

Asti - Frazione Valle Reale, 20
14018  Roatto, (AT)  Tel. 0141/938406

Milano - Centro Culturale Govinda,
via Valpetrosa, 5  20123 Milano  Tel. 02/862417

Padova - Centro Culturale Hare Krishna,
Corso del Popolo, 1  35131 Padova  Tel. 049/8751219

Roma - Centro Culturale Govinda, via S. Maria del Pianto, 15/17  00186 Roma  Tel. 06/6832660



Radio Krsna Centrale
Via Scopeti, 106 - 50026 - San Casciano in Val di Pesa (FI) - Tel. 055/820054
e-mail: rkcfi@radiokrishna.com
http://www.radiokrishna.com



Sito ISKCON Italia
http://www.hkitaly.it/harekrsna/






Fine del numero di marzo-aprile 2000.